Il raid per vendicare l’amico ucciso
«Abbiamo aggredito noi quel ragazzo»

Gli strascichi dopo la morte di Bara Thiam e l’aggressione in un locale di Paladina.

«Sì, abbiamo dato pugni a quel ragazzo e gli abbiamo danneggiato l’auto per vendicare il nostro amico che era morto per sfuggire all’inseguimento». I due indagati per l’aggressione della notte fra sabato e domenica scorsi in un locale di Paladina hanno ammesso davanti ai carabinieri. La vicenda è quella tragica della scomparsa di Bara Thiam, il ragazzo di origini senegalesi gettatosi in un dirupo a Ubiale Clanezzo il 22 luglio scorso per scampare all’inseguimento di tre persone (indagate per omicidio preterintenzionale) dopo una lite scoppiata a una festa in paese.

R. M., 25 anni, di Sorisole, è uno dei tre accusati di aver inseguito quella sera Bara: la notte tra sabato e domenica è stato riconosciuto da alcuni amici della vittima mentre era all’Evolution Cafè di Paladina, sulla Villa d’Almè-Dalmine, insieme alla fidanzata. Il giovane è stato colpito dai due indagati (lesioni personali e danneggiamento, le accuse), un italiano e un albanese, con una serie di pugni. Con loro c’era un terzo ragazzo, in via di identificazione, che però non ha materialmente partecipato all’aggressione. I due sono accusati anche di aver sfondato i finestrini e di aver danneggiato la carrozzeria della Lancia Y che R. M. aveva parcheggiato nei pressi del locale.

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