Incidente in Ticino, autista grave
Ci sono dubbi sul semaforo

Il cinquantenne è ancora in pericolo di vita: la dinamica dello schianto è da accertare ma l’impianto di segnalazione suscita perplessità per le pericolose code di cui è causa.

Sono ancora gravissime le condizioni dell’autista del tir di Madone ricoverato all’ospedale di Lugano, in Svizzera, dopo che martedì verso mezzogiorno è rimasto coinvolto in un incidente stradale sull’autostrada A2, all’altezza dell’area di servizio di Quinto (Bellinzona), nel Canton Ticino, costata la vita a una famiglia tedesca di quattro persone. Il cinquantenne, G. P., italiano ma di origini romene che vive a Madone, era alla guida del grosso automezzo della Koinè carico di acqua Sanpellegrino e viaggiava in direzione Nord quando ha tamponato una Renault con a bordo una famiglia proveniente da Otterberg, nella Renania Palatinato.

Per l’urto, l’auto è andata a finire contro un camion che trasportava blocchi di granito ed è rimasta schiacciata tra i due pesanti mezzi. Per i quattro componenti della famiglia, padre e madre di 43 anni e due bambine di 12 e 8 anni, non c’è stato nulla da fare.

L’autista del tir ha riportato gravi ferite ed è stato trasportato con l’elicottero all’ospedale di Lugano, dove è ricoverato in prognosi riservata e si trova in condizioni disperate. L’incidente si è verificato nell’area di quello che è stato ribattezzato «il semaforo della morte». Un impianto di dosaggio del traffico che però crea file ogni giorno e che era stato pensato e posato dalle autorità confederali per regolare il traffico verso la galleria del San Gottardo. Un impianto che però ha visto la morte di sei persone in due distinti tamponamenti.

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