Non risponde al citofono la notte
Caso Maxwork, in carcere l’ad

Riportato in carcere dai carabinieri della Compagnia di Treviglio su ordinanza di aggravamento di misura cautelare l’imprenditore Massimiliano Cavaliere, amministratore delegato dell’azienda.

Sabato i carabinieri lo hanno trasferito in carcere: l’imprenditore 51enne è stato condannato dal Tribunale di Bergamo nel giugno 2017 a sei anni di reclusione per i reati di bancarotta, ricettazione, truffa, reati fiscali e omissioni previdenziali. L’uomo, coinvolto nella nota indagine «Maxwork» della Procura della Repubblica di Bergamo, dall’agosto scorso era stato collocato agli arresti domiciliari in un appartamento di Capriate San Gervasio.

Da quel momento in poi, l’imprenditore è stato oggetto di vari controlli da parte dei militari della Compagnia di Treviglio in relazione appunto alla sua sottoposizione domiciliare. Durante tale periodo, però, nell’appartamento in questione è stato rintracciato un parente del 51enne non autorizzato ad avere contatti con quest’ultimo, tra l’altro anch’egli con pendenze giudiziarie. Stesso riscontro c’era stato anche in precedenza.

Inoltre, di notte, a volte, l’imprenditore non aveva risposto al citofono durante le verifiche svolte dai militari dell’Arma, adducendo il fatto che lo stesso non funzionasse. A questo punto, il pm Maria Cristina Rota ha richiesto al gip del Tribunale di Bergamo di valutare l’aggravamento della misura in atto dei domiciliari con il carcere, in relazione appunto alle note informative segnalate dai carabinieri. Sabato la disposizione della custodia cautelare del carcere al posto degli arresti domiciliari.

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