Terno, blitz della polizia in Comune
Acquisiti documenti sul caso Ripa.Fin

La polizia giudiziaria si è presentata nella mattinata di giovedì 9 febbraio al Comune di Terno per acquisire documentazione richiesta dalle indagini del caso della Ripa.Fin, azienda di valvole.

A gennaio l’azienda era stata sotto sequestro preventivo. L’accusa era di aver prodotto «immissioni acustiche» superiori di diversi decibel rispetto ai limiti consentiti, violando l’orario di lavoro alla mattina presto e alla sera tardi, lasciando le finestre aperte d’estate e gettando i materiali di scarto in cassoni aperti a un palmo di naso dai confinanti giardini di casa dei vicini, privati cittadini.

Disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone e getto pericoloso di cose: sono questi i reati contestati al titolare dell’azienda. È la declinazione da codice penale di una sorta di «battaglia» che da un paio d’anni contrappone la Ripa.Fin e una ventina di abitanti di via Bedeschi, i confinanti coi terreni dell’azienda, decisi a mettere fine all’eccesso di decibel prodotto dai macchinari industriali e al lancio dei materiali di scarto nei vasconi di smaltimento che spesso, a loro dire, finirebbe per lasciare residui a due passi dai giardini.

Nell’ambito dell’inchiesta c’è anche una verifica della destinazione d’uso del terreno sul quale sorge l’azienda. Il sospetto è che una anomala «ridefinizione» grafica della tavola del Pgt relativa a quel terreno abbia trasformato un terreno agricolo in una zona industriale a piano vigente, quindi già di fatto produttiva e perciò senza la necessaria approvazione della variante d’uso. E che questo anomalo passaggio sia avvenuto prima dell’acquisto della Ripa.Fin nel 2013 dal precedente proprietario. Da qui l’acquisizione da parte della polizia giudiziaria di documenti in Comune, e in particolare del Pgt per capire eventuali irregolarità nella realizzazione del capannone. Il reato ipotizzato è abuso di ufficio, filone di inchiesta a carico di ignoti.

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