Musica sul prato (l’altro) di Pontida
per la manifestazione antirazzista - Video

È stato un bergamasco dal palco a dare il via ufficialmente al «Festival Antirazzista, Migrante e terrone organizzato a Pontida, come «reazionè alla visita a Napoli del segretario della Lega Nord Matteo Salvini a Napoli».

«Abbiamo vinto la scommessa - ha detto - Noi di Bergamo non ne possiamo più di essere additati come leghisti, noi siamo antirazzisti», ha detto dal palco dove campeggia la scritta «terroni di tutto il mondo unitevi». Poi altri interventi e soprattutto canzoni. Dal palco Egidio Giordano, del coordinamento Dema, ha spiegato che «a Napoli ce l’abbiamo messa tutta per non far parlare Salvini perché il razzismo non ha cittadinanza da nessuna parte».

Da Napoli sono arrivati tre consiglieri comunali: Rosario Andreozzi, Pietro Rinaldi e Eleonora Di Majo protagonista di un acceso scambio di battute con Salvini. «Non è lui che non ci piace ma le sue idee» ha osservato. Critiche sono arrivate alla manifestazione organizzata a Verona dalla Lega per il 25 aprile sulla legittima difesa. Con una ordinanza di inizio mese il sindaco ha chiuso alcune vie del centro, il cimitero, tutti i negozi, le scuole e gli uffici comunali. Tutto tranquillo, allegria e cibo. Forze ordine schierate lungo la Briantea, in zona Pratone Lega e in stazione.

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Scettici alcuni degli abitanti. «Speriamo ci sia buona musica. Chiudere tutto mi è sembrato esagerato - hanno raccontato due trentenni del posto -. Hanno chiuso anche la discarica che è aperta solo tre giorni la settimana».

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/il-concerto-antirazzista-a-pontida_1031461_44/

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/partito-il-concerto-a-pontida_1031458_44/

Molti gli agenti delle forze dell’ordine con la gente arrivata ordinatamente al prato dove si svolge la manifestazione, che è dal lato opposto della città rispetto a quello dove si tiene la manifestazione leghista, e dove oggi alcuni esponenti del Carroccio hanno voluto testimoniare la loro presenza, fra questi l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli. «Siamo qui perché alcuni del popolo della Lega non si rassegnano a non testimoniare che il prato è importante. Siamo qui a testimoniare che ci siamo perché - ha spiegato - qualcuno ha pensato che fosse meglio cancellarci per prudenza. Ieri hanno cancellato la scritta Padroni a casa nostra e una lapide è stata blindata».

Detto questo, Castelli ha sottolineato di non avere nulla contro la manifestazione «terrona»: «Basta che manifestino pacificamente» ha osservato. Quello che gli è sembrato un errore è stata la decisione del sindaco di «chiudere» la città, negozi inclusi. «Fare così vuol dire rinunciare a priori a diritti costituzionali. Tutti hanno il diritto di manifestare se lo fanno pacificamente» ed è sbagliato che i commercianti siano “obbligati a chiudere”. Oggi Pontida - ha concluso - è chiusa per chiusura».

«Siamo a Pontida per dissacrare perché non possono esistere luoghi sacri del razzismo». Egidio Giordano di Insurgencia - fra gli organizzatori della giornata antirazzista e terrona a Pontida - così ha spiegato il motivo della manifestazione iniziata alle 15 con i primi gruppi sul palco.

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/il-corteo-dei-manifestanti_1031457_44/

«Ci sembra già riuscita prima di iniziare» ha detto constatando il successo della vendita delle magliette - con scritte del tipo “Terroni a Pontida” e “Odio la Lega” - a 10 euro, e dalle persone arrivate. Circa 200 con i pullman da Napoli, 500 con un primo treno da Milano (ed altri in arrivo con il successivo).

Partenze sono state organizzate anche da Parma, Padova, Vicenza, Trento, Treviso, Belluno, Venezia, Civitavecchia Marche, Siena, Macerata, Benevento, Fabriano e Jesi, Rovereto e Ancona. Man mano che scendono da bus ogni gruppo fa il suo mini corteo fino al prato.

Anche per questo si inizia a pensare alla possibilità di fare un bis il prossimo anno. C’è però chi è anche arrivato da solo, come Antonio, operaio di Nola che da vent’anni vive a Varese ed oggi è arrivato con moglie e figlia piccola per dire che «l’emigrato è un incremento del Pil della Regione in cui vive. Noi arricchiamo il Nord e non avremmo mai abbandonato la nostra terra se avessimo avuto un lavoro».

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