Record di CO2 nell’aria
Il pianeta è surriscaldato

L’Organizzazione meteorologica mondiale lancia l’allarme: nel 2015 il livello di anidride carbonica nell’atmosfera ha superato per la prima volta nella storia la soglia delle 400 parti per milione. La crescita progressiva ha subito l’anno scorso un’ulteriore accelerazione a causa dell’impatto del fenomeno climatico di «El Niño», che si è manifestato a livelli di intensità da record tra il 2015 e il 2016.

«El Niño» è un fenomeno periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico, dove negli ultimi mesi la temperatura è salita tra i 3 e i 5 gradi, causando eventi meteorologici disastrosi soprattutto nel Sud America. La maggiore durata di «El Niño», inoltre, ha influito sulla temperatura globale: l’ultima estate è stata la più calda dal 1880. Non è la prima volta che la concentrazione di CO2 sale sopra le 400 parti per milione: già a maggio 2013 l’osservatorio dell’atmosfera e del clima di Mauna Loa, alle Hawaii, aveva registrato il superamento. Ora, però, avvertono gli scienziati, anche se oggi fermassimo del tutto le emissioni di anidride carbonica, non riusciremmo a scendere sotto quel valore per centinaia di anni. Il record di CO2 rende irreversibile l’effetto serra: il mondo entra in una nuova era climatica. L’innalzamento irreversibile di anidride carbonica è stato provocato dall’uomo a partire dalla rivoluzione industriale, quindi in un paio di secoli. Nell’era preindustriale il dato era all’incirca 280 parti per milione. Nel 1915 è stata superata la barriera tra le 299 e le 300 parti per milione. Oggi, dopo cent’anni, si è andati sopra le 400. La prossima soglia, tra le 499 e le 500, sarà superata già nel 2050, tra poco più di trent’anni. Il clima, di conseguenza, si è modificato in pochissimo tempo. Ogni anno sono aggiunte, inesorabilmente, nell’atmosfera quasi dieci miliardi di tonnellate di carbonio, che deriva dai combustibili fossili. Già alla prima conferenza per l’ambiente, a Rio de Janeiro nel 1992, si era dichiarata la necessità di fermare le emissioni. Oggi, invece, rispetto a quell’anno sono aumentate di circa il sessanta per cento. Per non aumentare la temperatura di più di 2 gradi entro la fine del secolo, all’ultima conferenza sul clima, quella dell’anno scorso a Parigi, è stato deciso il taglio dei gas serra per il 2030 del 40 per cento rispetto al 1990 in l’Europa e del 28 negli Stati Uniti. È un risultato che si può conseguire soltanto mediante un’elettrificazione della produzione industriale, dei trasporti e delle case, con il ricorso all’energia nucleare o alle rinnovabili.

Il surriscaldamento altera le condizioni di salute. Secondo l’Atlante della salute e del clima dell’Organizzazione mondiale della sanità si registra un aumento delle malattie respiratorie e una crescita di focolai infettivi e delle allergie. Le alte temperature favoriscono la propagazione di batteri e virus e delle specie invasive che li veicolano.

In Italia, oltre ai fenomeni meteorologici estremi, si riscontra una maggiore siccità nelle regioni centrali e meridionali. La produttività agricola è diminuita. La coltivazione della vite si sposta sempre più a Nord. I ghiacciai alpini si sono pesantemente ridotti.

Come possono agire subito i cittadini per tagliare le emissioni? Nei trasporti deve essere agevolato il ricorso ai veicoli elettrici. Nelle abitazioni e nelle fabbriche si possono introdurre criteri di maggiore efficienza energetica, eliminando gli sprechi. Gli edifici, per esempio, possono essere isolati opportunamente per ridurre i consumi. Si deve ripensare il modo di concepire le strade, gli aeroporti e le case. Il cambiamento climatico può rivelarsi una preziosa opportunità per l’economia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA