Il museo delle Grandi opere a Pagazzano
Nel castello i tesori archeologici scoperti

Valorizzazione del patrimonio culturale della Pianura Bergamasca: anteprima con l’apertura del «Museo delle Grandi Opere» di Pagazzano.

Si è tenuto lunedì 27 luglio al castello di Pagazzano, alla presenza dei sindaci della Bassa Pianura Bergamasca, del consigliere regionale di Regione Lombardia Silvana Santisi Saita e del presidente di Brebemi Francesco Bettoni, l’incontro riguardante la valorizzazione del patrimonio culturale della Pianura Bergamasca con la prima visita ufficiale al «Museo Archeologico delle Grandi Opere» al castello di Pagazzano.

La disponibilità della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia a pianificare di concerto con l’Amministrazione comunale di Pagazzano l’esposizione temporanea e ciclica di una parte del patrimonio archeologico venuto alla luce durante gli scavi per la realizzazione della Brebemi e di Alta Velocità, viene a completare l’offerta museale e culturale del castello di Pagazzano.

In questo processo di rapida evoluzione il deposito ciclico e temporaneo dei complessi archeologici di proprietà dello Stato, scoperti nel corso degli scavi finalizzati alla realizzazione dell’opera autostradale Brebemi e della linea ferroviaria Alta Velocità, consentirebbero di completare un’offerta che davvero riassume in sé le potenzialità per diventare una delle più interessanti della Lombardia.

Si potrà trovare in un solo edificio storico (un castello di XIV-XV secolo) un museo archeologico co-gestito con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, responsabile della tutela dei complessi archeologici esposti, in una sequenza di mostre temporanee tematiche, ma sempre inerenti il territorio lombardo, in particolare bergamasco, dalla preistoria all’età romana fino al medioevo, con un’attenzione specifica per la cultura longobarda e un centro di interpretazione territoriale sul Medioevo e l’età moderna. Il tutto a pochissimi chilometri da quello che è ormai divenuto con Brebemi e con A/V nonché con l’ampliamento e il potenziamento delle linee ferroviarie, il cuore viabilistico e logistico della Lombardia: Treviglio.

Il progetto si prefigge di realizzare un allestimento flessibile in grado di consentire questa attività espositiva ciclica e temporanea in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia per offrire al pubblico di Expo la visibilità di questo grande patrimonio venuto alla luce negli scavi e ora conservato nei depositi. Sono infatti numerose le testimonianze archeologiche che permettono di ricostruire il paesaggio e l’ambiente dalla preistoria e protostoria, quali per esempio le aree cimiteriali dell’Età del Bronzo di Antegnate e di Caravaggio, gli insediamenti e le necropoli di età romana di Antegnate, Bariano, Caravaggio, Fara Olivana, Treviglio, con chiari esempi di commistione culturale tardoceltica e romana e, infine, le necropoli longobarde di Treviglio, di Caravaggio, frazione Masano e di Fara Olivana, che si connotano per le tipologie costruttive, quali la struttura tombale in legno, eccezionalmente ben conservata, di Masano e per i corredi funerari con reperti di particolare pregio e ricchezza di Fara Olivana, esempi di necropoli longobarde tra i più importanti in ambito nazionale ed europeo.

Per quanto riguarda l’integrazione con strumenti multimediali piccoli monitor disposti in adiacenza delle vetrine forniranno didascalie ragionate e intercambiabili insieme a piccoli filmati e immagini in modo che ogni vetrina risulti come una piccola mostra autonoma col suo apparato didascalico.

Indispensabile, anche un’installazione particolare con ambiente immersivo in grado di accogliere, narrare e mostrare con enfasi reperti di particolare importanza, come avviene nel Centro di Interpretazione con il monumentale torchio. Così ogni mostra avrà un allestimento tradizionale fatto di reperti provenienti dai complessi archeologici esposti per tema o epoca e un ambiente di grande impatto in cui verrà esposto il reperto più suggestivo e interessante che sarà la vera e propria attrazione dell’esposizione temporanea.

Il Museo dei Reperti Archeologici delle Grandi Opere, allestito nelle sale del piano terra degli edifici rustici del Castello di Pagazzano, è il luogo in cui i reperti archeologici racconteranno la storia del territorio e in cui il visitatore potrà rivivere parte di un passato perduto grazie alle più moderne tecnologie di realtà aumentata. Il percorso espositivo racconterà di uomini che, compiendo azioni quotidiane, trasformano il territorio in cui vivono determinando mutamenti che sono alla base del paesaggio come lo percepiamo oggi; di succedersi di culture; di eccellenze tecniche ma anche di coloro che, con passione e con un lavoro di meticolosa ricerca, riescono a far parlare queste antiche tracce e a restituire la memoria perduta alla Comunità.

«Brebemi - afferma Bettoni - ha da sempre collaborato, e continua a farlo, con la Soprintendenza Archeologia della Lombardia, con le Università, con i Centri Studi Territoriali, con la Regione e con i Comuni del territorio per poter conservare e valorizzare i beni archeologici ritrovati durante i lavori di realizzazione dell’autostrada. Questo importante incontro tra le Istituzioni del territorio con la prima visita al Museo Archeologico delle Grandi Opere al Castello di Pagazzano, dove tra l’altro si è tenuto nello scorso febbraio e si terrà nel prossimo ottobre un Convegno dedicato alle «Grandi Opere e Grandi Scoperte», ci vede come sempre in prima fila ed è anche per noi motivo di orgoglio e soddisfazione potervi partecipare. La A35 Brebemi, con la viabilità riqualificata collegata, è sempre più un connettore di esperienze, una moderna autostrada di rapida percorrenza al servizio non solo dell’economia locale e nazionale ma anche della valorizzazione del paesaggio moderno e antico, dei luoghi di interesse turistico, culturale e ambientale di tutta la regione attraversata e delle aree limitrofe. Un’ulteriore conferma del DNA originale di questa infrastruttura nata dal territorio e al servizio del territorio».

Attraverso il Sistema Culturale Integrato della Bassa Pianura Bergamasca i Comuni di Brignano Gera d’Adda, Pagazzano, Romano di Lombardia e Treviglio (quest’ultimo quale capofila dell’aggregazione) hanno strutturato un progetto di condivisione e creazione di un unico percorso di «museo diffuso» tra le fortificazioni presenti sui rispettivi territori.

Questo progetto, denominato Trcp (Torri, rocche, castelli e palagj ovvero Tutti Riaperti Con Passione), ha ottenuto il sostegno - anche economico - di Regione Lombardia attraverso il bando di selezione di progetti di «Valorizzazione del patrimonio culturale conservato negli istituti e luoghi della cultura in vista di Expo 2015». Il progetto condiviso dai quattro Comuni intende promuovere la creazione del percorso delle fortificazioni che, in quattro tappe, conduce il visitatore attraverso luoghi significativi sia per storia che per architettura.

Trcp è un progetto che propone un percorso turistico culturale in quattro tappe e che coinvolge in particolare: • La torre campanaria di Treviglio con il Museo VerticalEmozionale quale strumento prezioso di conoscenza ed approfondimento dell’identità locale e della storia del suo territorio. • Palazzo Visconti di Brignano Gera d’Adda (parte di proprietà comunale) con il percorso di visita guidata del palazzo ed in particolare della Sala dei Centauri ove saranno allestite teche contenenti alcuni «mascheroni»: sculture lignee barocche (166 in tutto) in origine collocate sulle travi esterne sottogronda delle due facciate di Palazzo Vecchio, successivamente restaurati ma rimasti nei depositi comunali. • Il Museo Archeologico dei reperti delle Grandi Opere del Castello Visconteo di Pagazzano che si aggiunge al Museo Storico multimediale «Pagazzano e i Castelli di Confine» e al percorso di visita guidata del Castello. • La Rocca Viscontea e Veneta di Romano di Lombardia con un percorso di visita alla fortificazione allestito con pannelli informativi e didattici.

La valorizzazione delle fortificazioni presenti nei quattro Comuni con il progetto Trcp avrà un effetto domino sulle realtà museali già presenti come, ad esempio, il Museo Archeologico di Treviglio, il Museo Storico di Pagazzano ed il Museo della Rocca di Romano di Lombardia.

Questo progetto di valorizzazione delle fortificazioni si aggiunge all’attuale offerta turistico culturale già presente nella pianura bergamasca come, ad esempio, quella delle «Giornate dei Castelli aperti», promossa dallo Iat Bassa Pianura Orientale di Martinengo, che vede l’apertura simultanea, la prima domenica di ogni mese, dei castelli e dei borghi fortificati di Brignano Gera d’Adda, Urgnano, Cologno al Serio, Martinengo, Malpaga, Romano di Lombardia e Pagazzano.

Un altro percorso turistico culturale presente sul territorio della pianura bergamasca è quello offerto dal museo multimediale «Pagazzano e i Castelli di confine» allestito nelle sale del Torchio del Castello Visconteo di Pagazzano. Più che di un museo vero e proprio si tratta di un Centro di Interpretazione Territoriale multimediale e interattivo rivolto a un pubblico generalista, ma in grado di rivolgersi alle scuole di ogni ordine e grado e di esercitare una forte attrattiva anche per il turismo internazionale che si attende in occasione di Expo.

I contenuti del museo «Pagazzano e i castelli di confine», infatti, non gravitano solamente intorno all’edificio di Pagazzano, di cui peraltro vengono spiegati in maniera efficace origine, evoluzione costruttiva e interventi di restauro, ma anche al tema dell’incastellamento della Gera d’Adda e dei territori intorno al Fosso Bergamasco, da secoli linea di confine fra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.

Il percorso turistico culturale offerto con questo progetto è facilmente fruibile da chiunque: in treno arrivando alla stazione di Treviglio oppure a quella di Romano di Lombardia, in auto attraverso il collegamento autostradale A35 Brebemi, in bicicletta, percorrendo le piste ciclopedonali esistenti e le strade campestri.

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