Come far tornare tanti turisti?
Il Sebino prepara un pieno di cultura

Mentre in questi giorni i sub s’immergono per portar via quel che resta dei Floating Piers - gli ancoraggi sul fondale - in questi stessi giorni sul tavolo attorno a cui siedono i 16 sindaci del Sebino frullano un sacco di idee in risposta a un unico interrogativo: come far tesoro di quest’estate da mille e una notte?

Vale a dire, come riportare qui tutta la gente arrivata con Christo? Parecchia di questa s’è innamorata del lago. Bisogna dargli un motivo in più per tornare. Il motivo attorno a cui più o meno tutti convergono, sono due parole: arte e cultura. Chi è interessato a queste cose, ovunque sia collocato nel mondo, adesso sa che il Sebino è quello di Floating Piers. E che è un bel lago. Ma visto una volta, per tornare e magari portarci gli amici, ci vuole qualcos’altro.

Altra arte, altra cultura. Certo, Christo non arriva tutti gli anni. Bisognerà chiedere a qualcun altro. E prepararsi. Quello che già c’è va messo in rete, va «venduto» come un pacchetto unico e bisogna aggiungere anche altro: spazi, luoghi, musei, una «factory» per i giovani, una mappa puntuale per chi vuole organizzarsi un soggiorno. E magari una regia «tecnica» sovracomunale che ci sappia fare, che consigli e segua le strategie del G16.

Così il G16 fa i conti con i nuovi progetti che nei singoli paesi stanno andando avanti. E sono almeno quattro: a Sarnico il Museo Riva, a Lovere - la grande novità di questi giorni - un super museo nelle ex carceri, a Pisogne il «Mirad’Or» e a Sulzano lo spazio nelle Ex Palafitte. Che andrebbero ad aggiungersi ai contenitori che già ci sono, tra i più importanti l’Accademia Tadini a Lovere, l’Arsenale a Iseo, la Pinacoteca Bellini di Sarnico, senza contare poi la consistente rete di luoghi d’arte e architettura, dalla basilica di Santa Maria a Lovere alla «Sistina dei poveri» di Pisogne, dalla pieve del Romanino a Tavernola al Liberty di Sarnico, dalle terme romane di Predore a San Zenone a Sale Marasino e tanto, tanto altro.

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