Franco Fiorini scomparso da un anno
L’appello del figlio: vorrei avere notizie

«Per mesi ho sperato che papà tornasse. È una vicenda che mi ha segnato, non so cosa darei per riaverlo o almeno avere notizie certe. Sono stati 12 mesi pesanti» racconta Federico Fiorini, 20 anni, studente all’Istituto superiore Serafino Riva di Sarnico.

Era la mattina del 13 febbraio 2016, quando suo padre Franco Fiorini, muratore di 45 anni, originario di Bosa nell’Oristanese, spariva dalla sua abitazione di via Faletto sulla collina di Sarnico. Da allora, nessuna novità, niente colpi di scena, nessuna traccia o pista, ma soltanto punti interrogativi e misteri senza risposte. Che fine avrebbe fatto Fiorini? Di questa storia si continua a sapere gran poco, per non dire nulla. Gli ultimi segni certi riportano a quella mattina poco dopo le 8, quando Fiorini dopo aver incontrato a casa sua il figlio Federico, l’ultimo a vederlo, scompare da Sarnico. Nelle mura di casa il muratore di Bosa aveva lasciato il portafoglio vuoto, il cellulare spento, i propri documenti, ma soprattutto un crocevia di coincidenze, misteri e nessun perché. Quello che da un anno a questa parte ha tenuto prigionieri i suoi familiari.

Un vero e proprio giallo, messo sotto la lente dai media televisivi nazionali, da Chi l’ha visto a La Vita in diretta. Per settimane le ricerche, coordinate dal pm Emanuele Marchisio e portate avanti dai carabinieri della stazione di Sarnico, anche con il contributo della sezione scientifica di Bergamo, erano proseguite senza sosta, ma a un anno dalla scomparsa di Franco Fiorini, non si è ancora riusciti a trovare il bandolo della matassa. Allontanamento volontario? Suicidio? Altro? Tutte ipotesi tuttora plausibili, anche se Fiorini non pare avesse problemi di salute, di depressione o debiti tali da giustificare un gesto estremo.

Una storia che era di fatto partita la sera del 12 di febbraio, con Fiorini che in compagnia di un’amica che risiede a pochi passi da Bergamo, attorno alle 23 e a bordo di un furgonato, aveva raggiunto via Crodarolo, prelevato 100 euro al postamat e dopo essersi immesso in via Foppe per raggiungere la sua abitazione, si era scontrato con una Opel Meriva guidata da un 46 enne di Sarnico. Il guidatore confermerà poi alle forze dell’ordine che avere un debole per la donna in compagnia del Fiorini e di aver accompagnato i due a casa del muratore sardo in quanto il furgoncino era fuori uso. Una coincidenza il tamponamento? I due si erano dati appuntamento la mattina del 13 febbraio alle 8,30 per definire la contestazione amichevole. Ma a quell’ora Fiorini non si era presentato e nemmeno la donna che aveva passato la notte con lui era stata in grado di dare indicazioni agli inquirenti. Inizialmente si era pensato ad un incidente o un malore mentre passeggiava nel bosco sopra la sua abitazione, ma le ricerche non avevano trovato conferme, e tantomeno erano risultate utili le immagini delle telecamere del circuito di videosorveglianza del Comune. Così come prive di oggettivi riscontri, erano state le verifiche eseguite dagli inquirenti sulla Opel Meriva portata a rottamare nel marzo scorso dal sarnicese. Insomma un anno dopo, il giallo del lago rimane un mistero.

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