Tavernola, motociclista nel lago
Si tuffano per salvarlo: «Non siamo eroi»

Due uomini subito dopo l’incidente in cui Pierluigi Panigada, caduto dalla moto e finito nel lago, si sono tuffati per cercare di prestargli soccorso, ma purtroppo il loro gesto eroico non è bastato per salvare la vita dell’uomo .

Mario Fenaroli, 57 anni, da 30 autista di pullman della Sab, di Tavernola, si era da poco messo in macchina con la famiglia per andare insieme a far la spesa a Sarnico, quando è arrivato sul luogo del tragico incidente alla galleria. «Sceso dall’auto, c’era la gente che gridava – racconta –. Sono andato a vedere e nel lago, pochi metri al largo, c’era il motociclista, ancora con il casco in testa». A quel punto, si è tolto i calzoni ed è sceso nel Sebino, con lui anche un altro automobilista, Valentino, 60 anni di Esine. Insieme, i due hanno raggiunto Pierluigi Panigada e l’hanno riportato a riva. «L’abbiamo appoggiato sui sassi – racconta ancora Fenaroli –. Era incosciente, non parlava, ma mi è parso di sentire ancora qualche respiro. Così abbiamo cercato di praticargli la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco. Ma poco dopo si è spento, purtroppo. Ci è spirato tra le braccia. Non siamo riusciti a salvarlo».

«Ci siamo subito resi conto – conclude amareggiato Mario Fenaroli – che il motociclista era in condizioni gravissime, ma abbiamo tentato di tutto per cercare almeno di tenerlo in vita in attesa che arrivassero i soccorritori professionisti. Purtroppo, è andata così. Non siamo eroi, abbiamo fatto solo quello che c’era da fare per cercare di salvare un uomo».

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