Comunità Valle Imagna, è bagarre
La Regione apre un’inchiesta

Dopo aver esaminato la documentazione presentata dai Comuni di Almenno San Bartolomeo e Almenno San Salvatore, Regione Lombardia, avvalendosi dei poteri di autorità di sorveglianza sulle Comunità Montane che la legge 19/2008 le affida, ha ritenuto sussistere «i gravi motivi previsti dall’art. 15 della medesima legge e ha aperto un procedimento d’inchiesta». Lo fanno sapere i due Comuni.

Il Pirellone ha quindi richiesto alla Comunità Montana la trasmissione immediata di una prima serie di atti deliberativi dell’Assemblea e della Giunta Esecutiva (quelli che servono per poter accertare se l’Assemblea e il Presidente siano legittimamente in carica o meno) «che non solo non sono pubblicati nell’Albo Pretorio on line (dove pure per legge dovrebbero essere consultabili non solo dai funzionari di Regione Lombardia, ma da chiunque), ma che non sembrano essere mai stati adottati». A comunicarlo i due sindaci di Almenno San Bartolomeo e Almenno San Salvatore.

«La richiesta di documenti è stata significativamente indirizzata alla Comunità Montana e non al Presidente, in quanto appunto fra gli atti deliberativi mancanti (e dunque richiesti con la massima urgenza da Regione Lombardia) ci sono anche quelle di convalida del membri dell’Assemblea (che anche in Valle Imagna avrebbe dovuto essere adottata, come è avvenuto in tutte le altre Comunità Montante, a seguito delle elezioni amministrative degli ultimi tre anni) e soprattutto quella di elezione del Presidente (anche in questo caso, in Valle Imagna, come è avvenuto nelle altre Comunità Montane, per Regione Lombardia si sarebbe dovuto procedere ad una nuova elezione, cosa che invece non è stata fatta)» fanno sapere i due Comuni.

Con un invito da parte dei primi cittadini: «Il fatto che ad essere messa in questione da Regione Lombardia sia la legittimità della costituzione dell’assemblea della Comunità e quella dell’elezione del Presidente, induce ad augurarsi che l’assemblea in programma per martedì sera 7 febbraio sia “congelata”, in attesa che Regione Lombardia abbia concluso il procedimento d’inchiesta, la cui durata è prevista per legge da un minimo di 15 ad un massimo di 60 giorni».

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