Dieci anni senza Pierangelo Maurizio
Guida alpina, un maestro della montagna

L’alpinista di Oltre il Colle non ha mai fatto ritorno dalla vetta dell’Everest

Sono passati 10 anni dal giorno in cui Pierangelo Maurizio, a 46 anni, sembrò scomparire nel nulla, inghiottito dalla montagna che tanto amava e che gli ha regalato l’ultimo sogno. Perché lui, là in vetta all’Everest, ci era arrivato poco dopo gli amici di spedizione David Borlin e Nadia Tiraboschi, storica compagna alpinistica di tante avventure. Poi però di lui nessuna traccia. Le ricerche continuarono per giorni, sia sul versante di salita che su quello opposto, nepalese, a sud. Ma invano: Pier - come veniva chiamato dagli amici - da quella sua ultima cima non ha mai fatto ritorno, né al campo base né a casa, a Zambla, dalla sua famiglia, da sua moglie Emanuela e dalla figlia Benedetta.

Tornare con la memoria a quei giorni pare un atto dovuto ai tanti amici che ancora questa guida alpina - che sembrava venire dal passato con quel suo stile tutto genuino - se la portano nel cuore. Perché Pierangelo era così: asciutto nelle parole e tenero nello sguardo, generoso nei pensieri, tranquillo nei gesti e capace di mettere a proprio agio.

Maestro di sci e volontario del Soccorso Alpino, di lui l’amico Danilo Barbisotti, all’epoca delegato della VI Orobica del Cnsas, vuole ricordare la capacità: «Era un ottimo tecnico di elisoccorso e gli era stato affidato anche il ruolo di capostazione. Sapeva ben muoversi in montagna, soprattutto se si parla di Grem e Arera, casa sua. Ha fatto la sua parte, da alpinista e uomo. Ne ricordo la gioia quando parlava di quella figlia tanto desiderata e tanto attesa: forte il ricordo del giorno della sua nascita».

E proprio di Benedetta le parole scritte per questo anniversario che, almeno per qualche ora, vuole riportare Pierangelo nella comunità alpinistica bergamasca: «Possano le nostre carezze arrivare fin lassù, tra lo sconfinare delle vette e i racconti del vento». In un mondo dall’aria sottile in cui negli ultimi anni Pierangelo si portava nel cuore anche le sue donne.

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