Lacrime di gioia per la Sacra spina fiorita
In migliaia a San Giovanni Bianco - Video

L’emozione che traspare dai volti, gli abbracci, i pianti, gli applausi. Per i sangiovannesi, che hanno quella Spina della Corona di Cristo conficcata nel cuore da 500 anni, eredità trasmessa da generazioni di fede, è un momento storico.

Come fu nel lontano 1932, sempre quando il Venerdì Santo coincide con il giorno dell’Annunciazione del Signore, il 25 marzo. I fedeli, dalla mezzanotte di Giovedì Santo, stanno proseguendo una preghiera ininterrotta, anche durante le ore notturne, con la chiesa sempre aperta e una devozione incrollabile. Intanto arriva la notizia che le Spine della Corona di Cristo custodite ad Andria e Bari, in Puglia, sono fiorite. Cresce così la speranza. Quando la celebrazione eucaristica ha inizio la chiesa è strabordante di folla, ci sono già volontari per la gestione dell’ordine pubblico, forze dell’ordine, in sagrestia una decina di sacerdoti, al primo banco il sindaco con la fascia tricolore. Arriva l’annuncio tanto atteso. Il paese, la Valle Brembana, la diocesi di Bergamo è in festa per il prodigio della Sacra Spina. Come accadde 84 anni fa, la sera di Pasqua del 1932. «Ho visto tanti di voi che hanno pianto al mio annuncio – ha detto monsignor Pelucchi -. Questo dono è una benedizione di Dio che scende su di voi e tutta la diocesi. Il segno sia di auspicio affinché porti benedizione alla comunità e faccia fiorire la nostra testimonianza cristiana».

Ancora applausi. La gente, conclusa la celebrazione, inizia ad accalcarsi davanti all’altare della Sacra Spina fino a notte, la cancellata viene aperta. La reliquia sta lassù, illuminata, visibile, con il suo segno. Una figlioletta al papà: «Ma cos’è un prodigio?». «Una cosa che è difficile che accada, ma a volte, grazie al Signore, accade». «Ho capito! È una sorpresa!». Già, una straordinaria sorpresa di Pasqua.

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