Arrestato con addosso la felpa rubata
«L’ho fatto per fame». Un anno di cella

Ha confessato il tunisino che aveva commesso il furto alla Casa del pescatore: aveva già precedenti penali.

«Ammetto tutto: ho rotto il vetro, preso i soldi e la felpa. Avevo bisogno di denaro per mangiare». Ha confessato così in direttissima, assistito dall’avvocato Delia Rielli, M. B. R., tunisino di 34 anni senza fissa dimora, finito in manette per aver messo a segno un furto nella notte tra sabato e domenica a Monasterolo del Castello, alla Casa del pescatore.

Secondo quanto ricostruito il tunisino, che lavorerebbe in nero come operaio tornitore nella zona di Curno, approfittando del buio ha rotto il vetro di una porta, riuscendo poi ad aprirla: una volta all’interno ha rovistato ovunque, impossessandosi di un centinaio di euro in contanti, qualche birra, alcuni portachiavi a forma di geco e - elemento che lo ha poi fatto finire in manette con l’accusa di furto aggravato - una felpa di colore verde con la scritta «I Cavalieri dei Borghi», dimenticata qualche giorno fa nel locale.

Poche ore dopo il furto, infatti, è stato visto in giro per le vie di Casazza proprio con indosso quella felpa, che è stata immediatamente riconosciuta vista la particolare scritta: tanto è bastato per avvertire i carabinieri della locale stazione, che lo hanno rintracciato e arrestato: l’uomo aveva con sé, oltre alla felpa, anche il denaro e il portachiavi dalla forma di geco e con la scritta «Valcavallina la natura come chiave di sviluppo», proprio come quello rubato.

In direttissima, visti anche alcuni precedenti penali, l’arresto è stato convalidato con applicazione della misura cautelare della custodia nel carcere di Bergamo. Con rito abbreviato (che in caso di condanna garantisce lo sconto di un terzo della pena) il tunisino è stato condannato a un anno di reclusione.

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