Delitto Jimmy, le sue paure in un diario
«Devo stare attento, devo difendermi»

«Devo stare attento. Se esco allo scoperto e incarico l’avvocato che non desiderano, non potrò più tornare indietro. Faranno di tutto per cancellarmi. Sono stanco, deluso e preoccupato. Devo difendermi dalle minacce e aggressioni che ho ricevuto, anche su Facebook».

È uno dei passaggi del diario di Gian Mario «Jimmy» Ruggeri, freddato a 44 anni da due spietati (e ignoti) killer il 28 settembre 2013 a Castelli Calepio. Le parole di Jimmy sono state rivelate dal settimanale «Giallo», che ne ha parlato con la criminologa Roberta Bruzzone, nominata consulente dalla sorella della vittima, Roberta Ruggeri, tramite i suoi avvocati Francesco Catullo e Benedetto Bonomo.

«Abbiamo deciso di parlare del diario – ha aggiunto a L’Eco di Bergamo Roberta Bruzzone – perché secondo noi questo memoriale, che sembra un testamento, contiene spunti».

Sembra piuttosto chiara la direzione imboccata dal pool che assiste la sorella di Gian Mario. Il dato di partenza è che Jimmy Ruggeri è stato freddato a sole due settimane da un’udienza in cui doveva comparire (insieme ad altri 9 imprenditori del settore materie plastiche) a Vicenza come imputato in un procedimento su un presunto giro di fatture false che portava fino in Slovenia, legato al suo ruolo di amministratore delegato dell’azienda di famiglia, la «R Polimeri» di Telgate. L’intenzione dei suoi legali era quella di chiudere la vicenda con un patteggiamento. Come riporta il settimanale «Giallo», però, nel suo memoriale Jimmy stava pensando di cambiare avvocato e strategia processuale. «Si sentiva scaricato dai familiari» ha aggiunto Roberta Bruzzone. Secondo la rivista, Jimmy «era diventato un personaggio scomodo che non voleva più pagare per gli errori commessi dagli altri».

Quindi potrebbe essere stato ucciso perché intenzionato a fare rivelazioni al processo di Vicenza? In realtà si tratta di una pista della prima ora, che gli inquirenti hanno battuto senza esito.

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