Il fascino pericoloso del lago ghiacciato
L’Eco di Bergamo ne parlò già nel 1883

Fin dalla notte dei tempi il panorama affascinante e pericoloso del lago di Endine ghiacciato attira i bergamaschi.

Per gli abitanti della Valcavallina è quasi un rito: arriva il generale inverno in versione orobica e il ghiaccio fa capolino fino a ricoprire interamente lo specchio d’acqua, che si trasforma in un parco giochi naturale. Affascinante – dicevamo – ma anche pericoloso perché lo strato solido non è uniforme. Ne sa qualcosa il 51enne di Gaverina che lunedì 9 gennaio è cascato nell’acqua: è stato salvato e ricoverato in ipotermia all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Non si può dire che nessuno l’avesse avvisato: da qualche anno cartelli e divieti campeggiano sugli alberi attorno al lago, puntualmente ignorati da migliaia di persone. Eppure la storia dovrebbe essere magistra vitae: L’Eco di Bergamo racconta la magia e la pericolosità del lago ghiacciato da oltre un secolo.

Il primo articolo che parla di questo fenomeno naturale è addirittura del 1883. «Viaggio pedestre sopra un lago. Il freddo si è fatto sentire repentinamente e da due giorni si è fatto così vivo che le acque si coprono di ghiaccio. Nella Valle Cavallina è stato così intenso che da due giorni ha coperto di grosso strato di ghiaccio tutta la estesa superficie del lago di Endine permettendo ai pedoni ed ai rotabili di percorrerla sicuramente per tutta la sua estensione». Nel corso degli anni sono state organizzate competizioni di pattinaggio, gare di ogni tipo e acrobazie con le auto. Pagine della memoria, anche tragica, con le cronache di tragedie avvenute a causa dell’imprudenza. Negli anni Sessanta iniziano i primi divieti, inizialmente per auto e motociclette, emanati proprio a causa della pericolosità. «Il provvedimento adottato dai Comuni di Spinone e Monasterolo – si legge su L’Eco di venerdì 19 gennaio 1968 -, inteso a proibire l’accesso alle autovetture e alle motociclette sullo specchio ghiacciato del lago, particolarmente nelle giornate festive, ha incontrato il pieno apprezzamento delle popolazioni e degli operatori turistici di tutta la zona. Apprensione avevano pure palesato al riguardo i carabinieri che si trovavano sul posto per il normale servizio d’ordine e che a un certo momento, quando il pericolo fu più evidente per l’invasione del lago da parte di un numero sempre maggiore di macchine, intervennero in senso limitativo».

Negli anni Ottanta e Novanta sono arrivati i primi divieti anche per i pedoni: «La formazione della crosta di ghiaccio sul lago di Endine è senz’altro un curioso fenomeno naturale – si legge su L’Eco di lunedì 4 gennaio 1993 -. Esso ha tra l’altro determinato la riprovevole consuetudine, per molta gente, di pattinare o passeggiare sul ghiaccio non tenendo conto del rischio e del pericolo che (come l’esperienza insegna) possono derivare da una eventuale spaccatura della crosta cui peraltro non si conosce né spessore né capacità di resistenza a sostenere pesi. I sindaci di Spinone e Monasterolo hanno emanato una ordinanza con la quale viene fatto divieto assoluto a tutti di percorrere la superficie ghiacciata del lago proprio per scongiurare il verificarsi di eventuali disgrazie».

© RIPRODUZIONE RISERVATA