Mauro, una vita per lottare (e vincere)
Dalle medaglie in piscina al trapianto

Il giovane di Fiorano ha avuto seri problemi al cuore e ai reni, ma ora è tornato alla sua vita

Mauro ha la sindrome di Down ed è abituato a lottare da quando è nato, l’11 settembre del 1982, con una seria cardiopatia. Una vita abituato a lottare: pochi mesi fa , un trapianto di rene gli ha salvato la vita. Ci sono state mille complicazioni – spiega papà Ippolito, sempre sorridente, e sempre accanto al figlio – ci sono voluti più di due mesi prima delle dimissioni. In tutto questo periodo ci siamo sentiti accolti e seguiti con grande attenzione, professionale e umana, nonostante i momenti duri».

Il primo ostacolo da superare è stata la cardiopatia: quando aveva solo quattro anni il professor Lucio Parenzan lo ha operato al cuore per sistemare la valvola mitrale. Mauro ha seguito tutto il ciclo dell’istruzione obbligatoria. Dopo la licenza media ha frequentato i corsi del Centro di formazione professionale handicap (Cfph) di Gazzaniga: «Ha imparato le tecniche di base della falegnameria, e si è appassionato a questo lavoro. Ha costruito tanti piccoli oggetti per la casa. È stata per lui un’esperienza molto bella. Il percorso si è concluso quando ha compiuto diciannove anni». Dal 2001 lavora alla Cristini, una ditta che produce feltri.

Nel frattempo Mauro è entrato nella Polisportiva handicap bergamasca (Phb), che abbraccia diverse discipline sportive, e ha scelto di dedicarsi al nuoto. «Frequentando gli allenamenti in piscina – osserva Ippolito – ha incontrato amici, persone, esperienze nuove. Ha imparato tutti gli stili: dorso, farfalla, stile libero, delfino. In questa attività ha messo un’energia enorme, vincendo tante medaglie». Un periodo felice, che però si è concluso bruscamente nel 2012, quando purtroppo Mauro, che fino a quel momento era un giovane in forze, anche per merito dell’attività fisica, all’improvviso si è sentito male. Così, in un attimo, è cambiato tutto.

I suoi reni all’improvviso hanno smesso di funzionare, e nonostante gli sforzi dei medici non è stato possibile rimetterli in moto. Lo hanno comunque salvato, e dopo non abbiamo avuto altra scelta che incominciare la dialisi che ha messo duramente alla prova il fisico di Mauro, già segnato dall’evoluzione della cardiopatia.

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