«Non avete idea, siamo sotto assedio»
Salta la festa bergamasca a Bruxelles

«Voi non avete idea». Alle 14 di lunedì 23 novembre Mauro Rota, presidente del Circolo di Bruxelles dell’Ente bergamaschi nel mondo, comunica ufficialmente che la «Settimana bergamasca» nella capitale belga è annullata. Avrebbe dovuto cominciare mercoledì 25.

Promosso in collaborazione tra Ente bergamaschi nel mondo, Distretto del commercio dell’Alto Serio-Clusone e PromoSerio nell’ambito del progetto «Valle dei sapori» con Astra-Associazione seriana turismo e ristorazione alberghiera, il calendario prevedeva un ventaglio di iniziative per la promozione della Val Seriana nel cuore dell’Europa. Fino a lunedì, in coincidenza con la festa per i cinque anni del circolo che conta un centinaio di soci.

Gianni Balduzzi, presidente di Astra che ha sede a Clusone, aveva già caricato il furgone con cui la notte scorsa avrebbe viaggiato in direzione Bruxelles: dolci, casoncelli, salumi, biscotti, melgotto, le teste di serie della gastronomia seriana. Alternandosi nel corso della settimana con altri chef della valle, Balduzzi avrebbe affiancato i padroni di casa al ristorante del Sensi Concept Store di rue de la Regènce, pieno centro, dall’altra parte della strada la grande sinagoga della capitale. In questo spazio era già praticamente allestito il quartier generale della «Settimana bergamasca». Non se ne farà più nulla. «Mesi di preparativi - dice sconsolato -, 10 giorni fa ero andato su per vedere la cucina, preparare le cose... Niente. Biglietti già pagati per gli aerei, tutto pronto. Niente».

Perché come dice Mauro Rota: «Voi non avete idea». Tra le cose che il governo belga ieri ha comunicato c’è questa, culmine di un’escalation di allerte che sembra non avere fine: non andate negli ospedali a far visita ai parenti ricoverati. «Girano voci – racconta Rota – che siano stati trovati arsenali chimici. E lunedì è arrivato anche quest’ordine, di non andare in ospedale se non da pazienti ovviamente. Fin che erano i giorni del weekend, non ci si rendeva ancora ben conto, ma ora, inizio della settimana lavorativa, la situazione è chiara: siamo sotto assedio e non per modo di dire.

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