Primo cittadino ed ex sindaco
A Peia le accuse volano su Fb

Una serie di post al vetriolo su Facebook e articolate puntualizzazioni, sempre attraverso il web. Toni aspri nelle ultime settimane per il dibattito politico al comune di Peia, fra il gruppo di minoranza «Lista Civica» e l’attuale maggioranza «Cittadini Attivi».

A due anni dalle elezioni stenta a ricomporsi la frattura che la stessa tornata elettorale aveva sancito nei numeri, con uno scarto complessivo di appena 91 voti (su oltre 1.200) a favore dell’attuale sindaco Silvia Bosio e a discapito di Santo Marinoni oggi a capo della minoranza, ma in amministrazione dal 1990, sindaco dal 1999 al 2009 e vicesindaco plenipotenziario sino al 2014.

Marinoni in interviste e comunicati ha bollato come «disastrosi» i primi due anni della nuova amministrazione, rimarcando la questione delle firme false dell’ex tecnico comunale su alcuni atti amministrativi al vaglio della Procura di Bergamo, su denuncia dello stesso Marinoni. L’ex sindaco rivendica agli anni della sua gestione opere importanti (come il completamento della palestra) e una situazione finanziaria equilibrata. Attacca pesantemente il sindaco su aspetti personali (il suo passato in convento) definendola ironicamente «l’unica in possesso di comprendonio in Peia» e auspicando che «i Cittadini Attivi non siano troppo attivi nello sprecare il denaro pubblico».

Silvia Bosio (primo sindaco donna nella storia di Peia) ha affidato a due articolate repliche le proprie puntualizzazioni definendo Marinoni «persona incapace di confronto oggettivo» e liquidando come «rozze provocazioni» gli attacchi personali. «La denuncia delle firme false c’è – scrive Bosio –, ma le persone indagate non sono né il sindaco nè gli amministratori di maggioranza. Ad oggi la Procura non si è ancora espressa. Se Marinoni è l’unico ad affermare con certezza che le firme non sono dell’ex tecnico comunale, questo la dice lunga su tutta la vicenda».

Riguardo alla situazione finanziaria, Bosio lamenta la firma negli anni passati di «contratti che prosciugheranno per decenni le casse comunali con tassi di interesse esorbitanti. Per non parlare di mutui, di quelli ne erano già stati fatti tanti al punto che non se ne potevano contrarre altri».

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