Val Gardena per i bimbi
fra arte, giochi, labirinto

È la stagione di mezzo, quando l’ultimo scampolo d’estate sta per cedere il passo al preludio d’autunno. Il sole accecante, il cielo terso, le mille sfumature di verde non hanno ancora abbandonato la Val Gardena.

Nonostante i temporali pomeridiani, che in montagna sono di per sé un altro show della natura, è troppo presto per vedere lo spettacolo del foliage, quando latifoglie e larici si tingono di giallo, rosso e arancione. La discesa delle mandrie dagli alpeggi, le feste con i costumi gardenesi e le musiche ladine dei corni di montagna fanno da spartiacque alle due stagioni. Ortisei, Santa Cristina e Selva di Val Gardena, le tre perle della valle, le tre sorelle che si tengono per mano sotto l’occhio vigile delle maestose Dolomiti, hanno ancora molto da offrire ai villeggianti e persino a coloro che vogliono godere di un long weekend a tre ore o poco più di auto da Bergamo.

Dalla blasonata Ortisei le funivie che portano all’Alpe di Siusi sono come bretelle di un gigante tese fino a ben oltre i 2000 metri, ma non sono da meno quelle che partono dalle altre due località gardenesi. Selva di Val Gardena è di grande fascino, ideale per le famiglie e come punto di partenza per numerose attività sportive e non solo. Escursioni panoramiche, avventurose scalate su rocce, percorsi per mountain bike. Una delle «uscite» più gettonate è sul monte Pana, che si può raggiungere in vari modi. Da Selva (Strada Meisules 250) si prende la cabinovia Ciampinoi, «la funivia per il paradiso» che porta a 2280 metri. Gli impianti e le piste del Ciampinoi sono inseriti nel famoso Sellaronda, carosello sciistico che permette allo sciatore di spostarsi, sci ai piedi, nelle quattro valli che racchiudono il grandioso gruppo montuoso del Sella. Raggiunta in pochi minuti la vetta, armatevi di piantina (ve ne sono ovunque) e scegliete il vostro sentiero (n. 22, 28 o 528 tutti ottimamente segnalati) che vi porterà sul Monte Pana. Per chi non volesse camminare la soluzione meno impegnativa ma meno suggestiva è da Santa Cristina, con l’auto (pochi tornanti) o con la seggiovia.

Ed eccoci arrivati in vetta da dove partono due sentieri ad anello, facilmente percorribili, pianeggianti,ricchi di sorprese soprattutto per bambini. Iniziamo dal sentiero d’avventura PanaRaida, lungo il quale è possibile scoprire dieci stazioni dotate di materiali naturali. All’ingresso c’è una stazione fotografica, seconda tappa il tiro di cavalli in legno, quindi la postazione cinema natural World Heritage dove con un telescopio è possibile vedere da vicino ogni cima delle Dolomiti.

A seguire un parco giochi acquatico con area picnic, un divertentissimo labirinto, un’altalena gigante nel bosco, le casette sull’albero, la mini funivia in legno, un tunnel dipinto e biotopo acquatico con possibilità di fare l’idroterapia di Keipp. Un’alternativa è la singolare caccia al tesoro che parte dalla chiesetta del Monte Pana. Qui si trova un forziere che custodisce la prima parola e le coordinate per il successivo. Le rimanenti parole si trovano lungo il sentiero PanaRaida nascoste in geocache (contenitori). Chi trova le tre parole le comunichi all’Associazione Turistica Santa Cristina e si aggiudicherà una sorpresa, cioè il tesoro. Sul Monte Pana inizia anche il sentiero d’arte e natura Troi Unika, un percorso tematico che permette di scoprire la bellezza e l’unicità del paesaggio naturale insieme alla radicata tradizione gardenese della scultura in legno. Il sentiero è un vero e proprio palcoscenico all’aperto, ricco di sculture come «Pultredes» di Stephan Perathoner e «La piuma» di Eric Perathoner.

Dopo una faticosa ma emozionante giornata fra vette e boschi, c’è il desiderio di rilassarsi con un tuffo in piscina, nel tepore di una sauna, per finire con una cena in una stube. L’offerta ricettiva della Val Gardena è sterminata, dai b&b o garni (spuntati anche qui come funghi) ai resort, si usa dire che qui ogni casa è un albergo. Se si vuole tuttavia assaporare l’ospitalità più autentica e genuina, meglio affidarsi a quelle strutture che hanno una storia tramandata da parecchi decenni, di generazione in generazione.

È qui che si respirano tradizioni, sapori, ambienti che emanano quel tipico profumo di legno di abete. È qui che primeggia il gusto gardenese, da scoprire con gli occhi e con il palato.L’Hotel Tyrol di Selva di Val Gardena (www.tyrolhotel.it, Strada Puez, 12, tel. 0471.774 100) ne è esempio lampante: mezzo secolo di storia gloriosa festeggiati lo scorso anno, che dagli avi della famiglia Kasslatter, è passato nelle mani di figli, zie e ora è guidato da Bibiana Dirler e dal marito (toscano) Maurizio e il figlio Emanuele.

La cultura tirolese e ladina in cui il Tyrol affonda le radici spicca nei pregiati arredi, pezzi unici e ricercati che profumano di storia. Non manca di certo l’area wellness con piscina, ma punto di forza resta anche la cucina affidata allo chef Alessandro Martellini, che vanta una carriera ricca di esperienze in ristoranti stellati. Uno chef appassionato di quella natura, che trasforma, infonde e miscela quotidianamente nelle sue creazioni culinarie, dove colori, odori e sapori sono l’esaltazione di un luogo e di una valle intera.

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