Tanti autori, tanti produttori, una voce, una personalità, quella di Alice. «Samsara» segna il suo ritorno al futuro a 14 anni da «Exit», album che sembrava pensato per prendere le distanze dal mondo della discografia, non della musica viva. Franco Battiato, Tiziano Ferro, Mino Di Martino, l’ex Blue Vertigo Marco Pancaldi hanno scritto canzoni che poi lei ha trasformato in gesti, in riflessioni personali.
«Mi piace che sia così, non era così scontato che accadesse – spiega la cantante –. Lavoro da tempo con molti dei musicisti che hanno preso parte alla realizzazione del disco, artisti con cui sono totalmente in sintonia. So che hanno un certo tipo di gusto che mi è affine. Volevo che l’album partisse da tante prospettive, per poi trovarne una sola. Di base sono un’interprete, e quello che cerco è di cogliere l’essenza delle composizioni, avvalendomi anche di musicisti e produttori che conoscono quel che sento e sanno dove voglio arrivare. Il mondo musicale che mi rispecchia è fatto di certe sonorità, in continua evoluzione. Sono contenta che, nonostante le diverse sensibilità, emerga una personalità musicale unificante».
Dunque entra nelle canzoni attraverso il suono delle parole, delle idee musicali? La materia è il pop, con un elemento progressive.
«Assolutamente sì. Avvalendomi di collaboratori come Francesco Messina, Steve Jansen, Marco Guarneri, il mondo musicale che mi appartiene viene fuori in tutte le sue sfumature. Loro mi conoscono a meraviglia. L’album è il frutto di un’intensa progettazione sonora».
Leggi l'intervista di Ugo Bacco ad Alice su L'Eco in edicola giovedì 13 settembre