Quando molti sono in vacanza, tornano le buone notizie per quanto riguarda il lavoro. Tra luglio e settembre infatti nella provincia di Bergamo sono previste 19mila assunzioni. Ad affermarlo è la rilevazione periodica a cura del Sistema Excelsior del ministero del lavoro, Unioncamere e Camera di commercio di Bergamo, che propone un quadro complessivo confortante. Il grosso dei contratti (il 59%) si concentra nei servizi alle imprese, dunque in quel settore chiamato in gergo tecnico “terziario”, mentre oltre seimila saranno le richieste di operai qualificati, gran parte di quali nei settori trainanti dell’economia bergamasca, cioè metalmeccanico ed elettromeccanico.
Ma la vera sorpresa arriva dall’edilizia, che dopo anni di crisi sembra dare segnali di risveglio, soprattutto grazie alle ristrutturazioni: infatti sono oltre 1.500 i posti da ricoprire, anche in questo caso concernenti personale qualificato. Tra molte luci non manca tuttavia qualche ombra: solo il 28% dei contratti, ad esempio, sarà a tempo indeterminato, il restante 72% (ovvero oltre 13mila persone) dovranno vedersela con la precarietà e l’incertezza tipica di questo nostro tempo.
Quando molti sono in vacanza, tornano le buone notizie per quanto riguarda il lavoro. Tra luglio e settembre infatti nella provincia di Bergamo sono previste 19mila assunzioni. Ad affermarlo è la rilevazione periodica a cura del Sistema Excelsior del ministero del lavoro, Unioncamere e Camera di commercio di Bergamo, che propone un quadro complessivo confortante. Il grosso dei contratti (il 59%) si concentra nei servizi alle imprese, dunque in quel settore chiamato in gergo tecnico “terziario”, mentre oltre seimila saranno le richieste di operai qualificati, gran parte di quali nei settori trainanti dell’economia bergamasca, cioè metalmeccanico ed elettromeccanico.
Ma la vera sorpresa arriva dall’edilizia, che dopo anni di crisi sembra dare segnali di risveglio, soprattutto grazie alle ristrutturazioni: infatti sono oltre 1.500 i posti da ricoprire, anche in questo caso concernenti personale qualificato. Tra molte luci non manca tuttavia qualche ombra: solo il 28% dei contratti, ad esempio, sarà a tempo indeterminato, il restante 72% (ovvero oltre 13mila persone) dovranno vedersela con la precarietà e l’incertezza tipica di questo nostro tempo.