Il gip Ilaria Sanesiha convalidato il fermo di Giorgio Nicolini, accusato di tentato omicidio per lo scontro a fuoco a Trescore con gli Horvat. ma lui non accetta l'accusa di latitanza. Dice «Sono sempre stato in casa, non mi sono mai allontanato. Lo dimostra il mio telefono» mai stato irreperibile. E così Giorgio Nicolini ha mostrato al giudice un video-selfie nel quale a suo giudizio dimostra di essere rimasto nella villa di San Paolo d' Argon nei giorni in cui i carabinieri gli davano la caccia per la sparatoria a Trescore con gli Horvat. E' però l' unica voce nella strategia del silenzio scelta dal 52 enne capofamiglia rom che ieri mattina in carcere si è avvalso della facoltà di non rispondere. La succinta versione dell' uomo non ha tuttavia convinto il giudice che ne ha convalidato il fermo, evidentemente ritenendo che sussistano il pericolo di fuga e di reiterazione del reato e che le dichiarazioni di Nicolini non spieghino a dovere perché, per esempio, non abbia risposto ai carabinieri che gli hanno bussato alla porta e suonato al campanello nei giorni precedenti al fermo, eseguito dai militari su mandato della procura facendo irruzione nella villa. Con la moglie Angelica Pellerini e i figli Elvis e Kevin Giorgio Nicolini è indagato dalla procura per tentato omicidio e, al pari della moglie, per porto e detenzione di armi da fuoco in luogo pubblico. Ora sono tutti in carcere. Secondo gli inquirenti lui e la moglie avrebbero aperto il fuoco nella sparatoria-agguato di Trescore all' indirizzo dei rivali del clan Horvat che a loro volta avevano cominciato a sparare dopo essersi dati appuntamento nel parcheggio per un presunto chiarimento. Nicolini stava scontando ai servizi sociali (sospesi) il residuo di un cumulo pene per precedenti condanne per estorsione e usura. La difesa aveva chiesto i domiciliari e ora ha tempo fino al 10 settembre per rivolgersi al tribunale del Riesame.
Il gip Ilaria Sanesiha convalidato il fermo di Giorgio Nicolini, accusato di tentato omicidio per lo scontro a fuoco a Trescore con gli Horvat. ma lui non accetta l'accusa di latitanza. Dice «Sono sempre stato in casa, non mi sono mai allontanato. Lo dimostra il mio telefono» mai stato irreperibile. E così Giorgio Nicolini ha mostrato al giudice un video-selfie nel quale a suo giudizio dimostra di essere rimasto nella villa di San Paolo d' Argon nei giorni in cui i carabinieri gli davano la caccia per la sparatoria a Trescore con gli Horvat. E' però l' unica voce nella strategia del silenzio scelta dal 52 enne capofamiglia rom che ieri mattina in carcere si è avvalso della facoltà di non rispondere. La succinta versione dell' uomo non ha tuttavia convinto il giudice che ne ha convalidato il fermo, evidentemente ritenendo che sussistano il pericolo di fuga e di reiterazione del reato e che le dichiarazioni di Nicolini non spieghino a dovere perché, per esempio, non abbia risposto ai carabinieri che gli hanno bussato alla porta e suonato al campanello nei giorni precedenti al fermo, eseguito dai militari su mandato della procura facendo irruzione nella villa. Con la moglie Angelica Pellerini e i figli Elvis e Kevin Giorgio Nicolini è indagato dalla procura per tentato omicidio e, al pari della moglie, per porto e detenzione di armi da fuoco in luogo pubblico. Ora sono tutti in carcere. Secondo gli inquirenti lui e la moglie avrebbero aperto il fuoco nella sparatoria-agguato di Trescore all' indirizzo dei rivali del clan Horvat che a loro volta avevano cominciato a sparare dopo essersi dati appuntamento nel parcheggio per un presunto chiarimento. Nicolini stava scontando ai servizi sociali (sospesi) il residuo di un cumulo pene per precedenti condanne per estorsione e usura. La difesa aveva chiesto i domiciliari e ora ha tempo fino al 10 settembre per rivolgersi al tribunale del Riesame.