Poetic comedy ambientata in Azerbaigian apparentemente fuori dalla realtà e dal tempo che rinuncia completamente ai dialoghi. Un treno merci percorre i grandi prati sotto le montagne del Caucaso e un angusto quartiere di Baku, dove il tracciato dei binari è così vicino alle case da corrispondere esattamente alla strada che separa tra loro i modesti edifici. La vita del quartiere si svolge praticamente sui binari: quando il treno passa, gli abitanti si alzano, raccolgono frettolosamente i loro oggetti, scappano nelle case e tutto ciò che resta viene intercettato dalla carrozza guidata da Nurlan, il macchinista. L'ultimo giorno di lavoro, in procinto di andare in pensione, trova attaccato al tergicristalli un reggiseno. Nurlan lo mette nella sua valigia e lo porta nel villaggio di campagna in cui vive. Nei giorni seguenti, pensare alla donna che ha perso quel reggiseno gli toglie il sonno. La grande solitudine in cui vive lo spinge infine a mettersi alla ricerca della sua proprietaria: una ricerca che si rivelerà difficile, buffa, commovente, e che per lui finirà per coincidere con la ricerca dell'amore e dell'appartenenza.