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Venerdì
8
Novembre

Progetto Refenìstola

Laboratorio Teatro Officina organizza il corso intensivo di teatro per adulti «Progetto Refenìstola - Storie, leggende, canti e filastrocche della terra bergamasca».

EVENTO CONCLUSO

Il corso intensivo (20 ore), ha l’obbiettivo di selezionare attori per la realizzazione di alcuni interventi teatrali, sia per adulti che per bambini, sui temi dei racconti popolari, delle leggende, delle filastrocche e dei canti della terra bergamasca. Andremo a ricercarne le origini, nelle figure degli ambulanti e dei vagabondi come narratori. I venditori di foglie di tabacco, i girovaghi che facevano ballare l'orso, i "bergamì" guardiani di bestiame, i “mulita”, arrotini di coltelli e forbici e i "refenìstola" del titolo, antesignani degli attuali ambulanti, che si fermavano a passare la notte nel fienile delle cascine e raccontavano le loro storie. Si cercherà inoltre di recuperare lo spazio tipico del racconto popolare nel mondo contadino dei nostri nonni: la “veglia di stalla”, momento di riposo dai lavori agricoli. La stalla come luogo del racconto e del “rosaré”; come luogo della lettura o dello scrivere (per chi aveva la fortuna di andare a scuola), come luogo d'incontro di una comunità.

Le storie scelte per questo corso intensivo privilegeranno un ambito preciso della narrazione popolare, le “storie di paura”, con alcuni celebri racconti come “Ol s-cèt ché l’à picàt sò màder”, “Marietina e ol magnàt”, “Ol serpènt co i ale”, “La mórta ornàda” e “Ol squàsc” tipici della Bassa Bergamasca.

Direttore Artistico: Gianfranco Bergamini
Animatrici: Nadia Savoldelli e Candelaria Romero

PROGETTO “REFENÌSTOLA”
Il Progetto è una trilogia sulle tradizioni popolari bergamasche che ha avuto oltre 270 repliche nelle provincie di Bergamo, Brescia, Cremona Milano e Como, riscuotendo ovunque un enorme successo di pubblico. “Fatto interessante e non comune - ha scritto in proposito l’Eco di Bergamo - gli spettacoli funzionano in presenza di spettatori di ogni età e fascia sociale”. A seguito di tali riconoscimenti la Provincia di Bergamo e la Confesercenti hanno deciso di patrocinare il Progetto che, nel ‘98, con ben tre repliche, è stato invitato ufficialmente alle celebrazioni per il Ventennale del film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi, tenutesi nei luoghi stessi dove la pellicola è stata realizzata.

STORIE DI PAURA
Una parte notevole del repertorio narrativo orale della tradizione popolare bergamasca è costituita dalle cosiddette "storie di paura ", cioè dai racconti che presentano le gesta dei folletti, dei diavoli, delle streghe e dei vari "spiriti" che popolano le credenze tradizionali.
A differenza dei personaggi fiabeschi, riconosciuti come fantastici e irreali, i protagonisti di questi racconti sono esseri spesso ostili e minacciosi che incombono sugli uomini, specialmente nelle ore notturne. Contadini, mandriani e pastori erano esposti a questi "rischi" soprattutto nei momenti di solitudine e di stanchezza, legati alle dure condizioni di vita e di lavoro. Bastava un piccolo cambiamento delle abitudini della cascina, l'apparizione improvvisa di un animale nella notte, una situazione inaspettata, per mettere a dura prova il loro equilibrio psicologico.
Compito dei racconti di paura era quello di esorcizzare tali fatti inspiegabili. Le paure e le angosce diventavano allora una "figura" definita, acquistavano un "nome", diventavano "spiriti". Nascevano da ciò numerosi esseri fantastici comuni a diverse aree culturali italiane ed europee: c'era il folletto (lo squàsc) dagli scherzi impertinenti e dalle trasformazioni imprevedibili; c'era l'orco (ol magnàt) con la sua figura smisurata e minacciosa; il diavolo (ol diàol) con i piedi di capra e le corna; la donna del gioco (la dona del zöhc), una fata-strega accompagnata da un branco di animali; la caccia morta (la cassa mórta) una grossa cagna nera con gli occhi di brace condannata a vagare in eterno sulle montagne nelle ore notturne.

Queste "storie" hanno rappresentato per molto tempo, insieme alla religione, uno dei pochi mezzi per fronteggiare le difficoltà della vita e per dare una spiegazione degli eventi negativi. Il racconto di queste esperienze magiche aveva quindi un valore iniziatico. Non a caso alle "storie di paura" venivano riservati i momenti più tardi delle veglie di stalla. I bambini erano mandati a letto, perché non si impressionassero sentendo particolari lugubri e spaventosi. Per un giovane l'essere ammesso ad ascoltare queste narrazioni implicava un riconoscimento della sua raggiunta maturità. All'origine di queste "storie" c'era il mondo antico magico-pagano, gli exempla medievali, la letteratura demonologica, i trattati dell'Inquisizione. Religione e regole morali erano combinate con credenze arcaiche ed elementi rituali. Nascevano da ciò le figure degli spiriti dei morti, erranti intorno ai luoghi dove erano vissuti, le streghe che di notte volavano al sabba e di giorno facevano male ai bambini, al bestiame e ai raccolti; gli stregoni che provocavano i temporali e comandavano le tempeste; i fantasmi e le anime dannate che custodivano tesori in castelli abbandonati.

L’ECO DI BERGAMO: “LE FIGURE DEL MACABRO TRA ARTE, TEATRO E FOLCLORE”
Il Refenìstola che il Laboratorio Teatro Officina ha allestito al Museo Bernareggi è un modo diverso di visitarne la galleria. O, se si preferisce, di seguire uno spettacolo. Un modo più completo: gli attori ripercorrono, con le storie “nere” della tradizione bergamasca che ne costituiscono la materia, le sale dell'esposizione, a partire da quella dei “macabri”, quadri e tele raffiguranti scheletri e “memento mori”. Lo spettacolo deriva da due precedenti produzioni della compagnia diretta da Gianfranco Bergamini: l'omonimo Refenìstola (che avviò il ciclo sulla tradizione orale bergamasca, dieci anni fa) e Squàsc Storie de pùra. il progetto si è concluso da poco con Stòrie bergamasche. Questo nuovo e speciale Refenìstola è un “fuori serie” per “Danze macabre”, la rassegna promossa dalla Fondazione Ravasio con il Bernareggi. Iniziativa e spettacolo mirano ad approfittare della ricorrenza dei Morti e di Ognissanti per sottolineare presenza, funzione e statuto delle figure del macabro nelle arti visive e performative di origine tradizionale. Così si stabilisce un muto dialogo tra i “macabri” appesi alle pareti e lo spettacolo, cioè le storie che gli attori intrecciano, lungo il percorso del museo. Le forme di una devozione fondata sull'esperienza estetica della vanità del mondo si specchiano in un immaginario popolare abitato da folletti, diavoli, streghe, morti che passeggiano sulla terra. Non servono parole o azioni al di fuori dello spettacolo. La corrispondenza è intuitiva, e per un momento ricuce un rapporto, quello tra cultura popolare e mediazione artistico-religiosa, che nei secoli scorsi era vivo. Non solo. Questo Refenìstola fa riemergere un folclore dimenticato. Un sostrato in cui la religione cede il posto alle credenze tradizionali, e la durezza dell'esistenza contadina plasma un immaginario punitivo, angoscioso, brulicante di demoni e anime perdute in agguato. L'evasione dello spettacolo, il fascino del suo contenuto, persino l'arguzia di certe vicende e l'affettuosa ironia della messa in scena rendono più evidente questo tormentato spirito popolare. Il tutto in un dialetto - quello della prima Bassa bergamasca, la zona di Urgnano - finalmente non di maniera. Pier Giorgio Nosari

Sono disponibili nr. 15 posti per accedere al corso intensivo gratuito. Il termine ultimo per la presentazione delle domande di adesione è fissato a sabato 26 ottobre.

Per partecipare al corso è obbligatorio il tesseramento (euro 10) all’Associazione Laboratorio Teatro Officina.
L’esperienza si svilupperà nelle seguenti giornate:
venerdì 8 novembre - Dalle 20 alle 23
sabato 9 novembre - Dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18
domenica 10 novembre - Dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18. Dalle 20 alle 23: presentazione pubblica dei materiali prodotti durante gli incontri su “REFENÌSTOLA”.
NB - Ogni partecipante al corso può portare fino a tre persone di sua conoscenza in qualità di spettatori.

Lo spettacolo
L’allestimento delle situazioni sceniche, con gli attori prescelti, continuerà fino alla fine del mese di marzo 2020 e sarà presentato al pubblico nella sezione primaverile del Festival Internazionale del Teatro di Gruppo “Segnali - Experimenta”, manifestazione inserita nel progetto “Circuito Lombardia Spettacolo dal Vivo” promosso dalla Regione Lombardia (Assessorato Culture, Identità e Autonomie della Lombardia) e patrocinato dal Comune di Urgnano (Assessorato alla Cultura) e dalla Fondazione della Comunità Bergamasca onlus.

Per informazioni e iscrizioni
Laboratorio Teatro Officina - Via Due Giugno, 136 - 24059 Urgnano (Bg)
Tel. 035 891878 - Cell. 340 4994795 - Email. [email protected] Sito Web. www.laboratorioteatrofficina.it

Informazioni

Prezzo: euro 10 tesseramento

Contatti

Telefono: 035 891878
Email: [email protected]
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Data e Ora

Inizio: venerdì 8 novembre 2019 20:00

Fine: domenica 10 novembre 2019

Giorni di apertura
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Documenti

Locandina

Luogo

Urgnano