L'invulnerabile altrove
Continuano gli incontri, proposti dalla Biblioteca Tiraboschi di Bergamo, con gli autori finalisti del "Premio Nazionale di Narrativa Bergamo", selezionati da un prestigioso comitato scientifico composto da critici letterari di rilievo nazionale.
La manifestazione Premio Nazionale di Narrativa Bergamo da anni cattura l’interesse di autori ed editori di tutta Italia. La manifestazione dà lustro alla provincia di Bergamo e consente di allargare gli orizzonti della stessa, forte di una credibilità che ha consentito a numerosi scrittori di consolidare la propria presenza nel panorama nazionale, se non addirittura di consentirne il lancio mediatico.
Il 13 gennaio sono stati rivelati da Andrea Cortellessa e Michele Mari i cinque libri finalisti della XXXVIII edizione, selezionati dal Comitato Scientifico composto da critici letterari.
Francesco Bianconi, Andrea Inglese, Maurizio Torchio, Davide Orecchio, Elisa Ruotolo: sono loro gli autori pronti a contendersi il premio, che verrà assegnato, dopo gli incontri con il pubblico alla Bibliteca Tiraboschi e a seguito della votazione della giuria popolare, sabato 30 aprile 2022.
L'appuntamento del 17 marzo avrà come protagonista Maurizio Torchio, autore del libro “L’invulnerabile altrove”.
Tenta invece di sondare una condizione di alterità psichica raramente indagata dalla letteratura Maurizio Torchio, con L’invulnerabile altrove (Einaudi 2021). Dopo aver dedicato uno splendido romanzo alla condizione carceraria (Cattivi, 2015), lo scrittore torinese mette a punto gli strumenti letterari necessari a dar forma a una coscienza sdoppiata, quella di una donna che conduce una vita apparentemente normale e al tempo stesso intrattiene un dialogo serrato con un’altra voce, che vive nella sua mente e nessuno può sentire. È questo un romanzo fatto di monologhi e dialoghi, di tentativi di sintonizzarsi con una presenza che abita una dimensione ulteriore, una sorta di purgatorio dantesco in cui il tempo si dilata e le sofferenze possono essere insopportabili. Tutto è labile, niente è sicuro, anche perché a filtrare la narrazione è quella stessa coscienza che potremmo semplicisticamente bollare come folle, schizofrenica e quindi inattendibile. Torchio ci invita così a uno sforzo di comprensione, attraverso un’immedesimazione che potrebbe portarci in luoghi sconosciuti, in un’“invulnerabile altrove”.