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Gli impianti? Solo se i denti
non si possono salvare

Il «caso» Mara Venier accende i riflettori sull’importanza di affidarsi a studi seri e affidabili. Ne parliamo con il dott. Edoardo Franzini di Polimedica Vitruvio

Il recente caso di cronaca che ha riguardato Mara Venier accende i fari sull’importanza di scegliere il dentista giusto. O meglio, il professionista giusto. La nota conduttrice tv è stata infatti ricoverata in ospedale per rimuovere un impianto che le stava causando diversi problemi alla bocca ma anche al viso, alla gola, al mento.
Attenzione, quindi, a non accontentarsi di un'odontoiatria standardizzata e a diffidare dagli odontoiatri che applicano la filosofia del «togliamo tutto e mettiamo gli impianti» a discapito di opzioni più conservative quando, ovviamente, ci sono le condizioni cliniche e dentali opportune.
Ecco allora che la domanda che ogni professionista – serio, affidabile e preparato - deve porsi è una sola: gli impianti? Solo quando necessari. In altre parole prima la salute, poi la terapia perché «un bravo dentista deve costruire una cultura dell’igiene orale ed educare i pazienti a mantenere i propri denti sani e longevi nell’arco di tutta la vita» sottolinea Edoardo Franzini, odontoiatra del Centro Polimedica Vitruvio di Capriolo dove la cura e il benessere di denti e bocca possono contare sull'esperienza consolidata di un’equipe formata e specializzata in ogni ambito: dentisti, medici chirurghi e odontoiatri.

«Per noi la salute del paziente è sempre al centro e la conoscenza approfondita del singolo caso e della persona sono la nostra priorità - ricorda Franzini, responsabile anche del Polo odontoiatrico del Centro di Radiologia e Fisioterapia di Gorle -. Possiamo contare su strumentazioni che ci consentono radiografie tridimensionali estremamente utili in ambito diagnostico e sistemi virtuali di implantologia guidata in 3D per il posizionamento degli impianti che ci consentono di ottenere il massimo controllo in campo operatorio e la massima precisione. Terapie e interventi sono effettuati sempre sulla base di scelte mirate di analisi di ogni problematica per consentire la messa in atto del miglior piano di trattamento codificato per il paziente».

Il carico immediato anche per un solo dente

Nei casi in cui le terapie convenzionali non diano la possibilità di salvare i denti, l'implantologia rappresenta un'opportunità per ridare funzione ed estetica ad una bocca altrimenti compromessa. Il tutto all’insegna della poca chirurgia e con tanti vantaggi. La tecnica oggi più diffusa è infatti quella a carico immediato che consente in poco tempo di ritrovare il sorriso. Si tratta di un’implantologia dolce, guidata da un protocollo in cui la chirurgia è davvero minima: quasi tutti i casi in cui viene applicata non prevedono infatti che si apra un lembo o che si effettuino tagli alle gengive.

«I pazienti sono però spesso disorientati perché i medici a volte non comunicano in modo adeguato e non dedicano il tempo necessario al paziente per spiegare che esiste una sola diagnosi, ma diversi possibili piani di trattamento - prosegue Franzini -. Nel nostro centro ci avvaliamo di diverse figure professionali ed esperti nel settore garantendo un panorama di soluzioni e illustrandone i vantaggi e gli svantaggi di ognuna. L'impianto è un presidio medico chirurgico che risolve in modo efficace e completo i problemi della mancanza di uno o più denti ma la scelta di una soluzione implantologica deve avvenire solo dopo un’attenta diagnosi dello stato di salute della bocca. Inoltre l’impianto viene posizionato nell'osso sul quale si appoggerà il dente protesico (capsula o corona) ed è importante che il paziente si sottoponga a controlli annuali».

Le terapie conservative possono fare la differenza

Negli ultimi anni si è creata la tendenza del «tolgo tutto e metto gli impianti perché così non ci penso più»: non c’è idea più sbagliata. Ma chi è in grado di avere una visione generale e competente? «Ormai si sta andando verso una visione standardizzata dell’odontoiatria e avere 6-7 denti ancora buoni e validi in arcata su cui poter progettare un lavoro protesico ormai non interessa più: si estraggono i denti per sostituirli con 6 impianti - conferma la dottoressa Monica Acerboni, odontoiatra del Centro Polimedica Vitruvio -. Per salvare i denti i denti ci vogliono competenze e tempo che spesso i pazienti non sono disposti a concederci».

«Come dico sempre ai miei pazienti posizionare un impianto è un procedimento simile al mettere un “fischer nel muro” ma serve un percorso di specializzazione così come l'aggiornamento continuo che riguardano anche la devitalizzazione di un dente, processo molto complesso. Devitalizzare significa infatti asportare il nervo contenuto all’interno della camera pulpare del dente e sostituirlo con materiali inerti come ad esempio la guttaperca, sostanza di origine vegetale simile al caucciù. Insomma, i denti vanno monitorati, curati e trattati in tempo, al fine di salvarli e mantenerli nel tempo per preservare un valore inestimabile».

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