Cercasi cattiveria
davanti alla porta

L’Atalanta e il 9. Che è negativo se si pensa alle giornate di astinenza dalla vittoria, positivo se lo si collega al margine sull’area retrocessione. Ma il 9, pur nella «selvaggia» numerazione odierna, da sempre indica il centravanti, il bomber di razza, colui che segna. L’Atalanta non ha un giocatore che indossa quel numero (l’aveva Bianchi lo scorso anno...) e non ha nemmeno - almeno per il momento - un attaccante che la mette dentro con regolarità. E la scarsa cattiveria e precisione davanti alla porta è la lacuna più grande dell’Atalanta attuale.

È vero che, parlando di reparto d’attacco, siamo in un momento di transizione, perché Denis è stato ceduto alla fine del calciomercato, il suo sostituto Borriello è approdato a Bergamo da poco, Pinilla è appena rientrato dopo tre mesi di stop per infortunio e Monachello è ancora - dopo mesi... - da valutare, ma la realtà parla di un attacco atalantino quasi da retrocessione con 23 gol all’attivo, soltanto Carpi (22), Udinese (21) e Verona (19) sono stati meno prolifici.

Il problema si è acuito nel 2016, se si pensa che nelle ultime sei partite i bergamaschi hanno concretizzato la miseria di tre golletti che val la pena ricordare: a Verona Conti ha segnato su passaggio di un avversario, contro il Sassuolo la rete è stata firmata da Denis sulla respinta del portiere che aveva parato il rigore e contro l’Inter il gol per l’Atalanta l’ha realizzato Murillo con una clamorosa autorete. L’ultima segnatura costruita con un’azione degna di tal nome (assist di Gomez e deviazione di D’Alessandro) è datata 6 gennaio in Udinese-Atalanta 2-1, ovvero sette partite or sono.

Contro l’Empoli ci sono stati tre errori gravi e grossolani, di Gomez, Pinilla e Kurtic, che hanno vanificato azioni ben congegnate nel primo tempo. Il positivo è che perlomeno sono state create (come del resto erano state costruite contro l’Inter, salvata letteralmente da Handanovic), segno che il gioco sta mostrando progressi e che il ko di Verona nel turno infrasettimanale è stato archiviato senza traumi, nonostante lo 0-0 non esaltante di domenica.

Ma a Zingonia c’è il cartello lavori in corso e si deve continuare ad avere pazienza. Con moderata fiducia. Perché Diamanti ha giocato la sua seconda partita consecutiva in quattro giorni confermando di poter essere un elemento fondamentale sia tecnicamente, sia per la sua verve e personalità, Pinilla è finalmente rientrato da titolare e non può che crescere - le sue doti sono innegabili, anche se non è mai stato un finalizzatore inesorabile -, Gomez sembra sulla via del recupero della forma e Borriello sembra un attaccante in grado di giocare con e per la squadra. Attendiamo i gol....

La difesa non è sempre irreprensibile, talvolta tentenna e s’addormenta, ma è pur sempre la settima meno battuta del campionato e dunque è da considerare competitiva. A centrocampo c’è stato l’esordio di Freuler che è chiaramente da rivedere per capire l’apporto che può dare in chiave tecnica, ma con de Roon e Cigarini mister Reja ha due elementi di assoluto valore e il terzo può ruotare. L’allenatore ha intanto riabbracciato il 4-3-3 e crediamo se lo terrà ben stretto.

È ovvio che i discorsi teorici dovranno però trasformarsi a breve in risultati sonanti. La squadra bergamasca è attesa da duelli delicati (già domenica a Genova sfiderà una Sampdoria che non può assolutamente scherzare essendo quartultima a +5 dalle penultime), per superare i quali ci vorrà la vera Atalanta, quella che Reja ha visto domenica. Gol a parte, però....

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