Roma da mandare
ancora in Barca

Nei sogni nerazzurri Pinilla, Moralez e Gomez come Messi, Suarez e Neymar e la Roma ancora in Barca. Per cancellare i 419’ senza gol in trasferta (dal 31’ pt di Empoli-Atalanta 0-1, Toloi), i 274’ senza gol tra casa e trasferta (dal 41’ st di Atalanta-Lazio 2-1, Gomez) e il cazzotto incassato dal Toro, primo ko casalingo dell’Atalanta in campionato. Un pezzo di sogno si è però già infranto perché Pinilla, ko nell’allenamento di rifinitura, dovrà dare forfait e sarà dunque sostituito da Denis con Monachello alternativa da non escludere a priori.

Ma il reale interrogativo sul match di domenica è: che Roma sarà quella che si scontrerà all’Olimpico contro l’Atalanta? Giallorossi feroci dopo i sei cazzotti incassati dal Barcellona in Champions League o ancora barcollanti psicologicamente per la batosta europea? Il tremendo 1-7 dell’anno scorso contro il Bayern Monaco diede un duro colpo all’autostima dei lupacchiotti, per cui il dubbio è legittimo. Naturalmente l’Atalanta spera in una Roma ancora in confusione, soprattutto in chiave difensiva (31 reti al passivo in 18 partite tra campionato e Coppa), per avere chance di raggranellare un risultato positivo.

Il tridente dell’Atalanta non è come il tridente del Barcellona e la squadra nerazzurra stenta a essere incisiva in zona gol, ma il suo potenziale tecnico, di fantasia e di velocità potrebbe creare qualche problema al team allenato da un Garcia nella bufera, anche se è innegabile che senza Pinilla sarà più dura del previsto. Non scordiamoci però che - al di là del disastro tennistico dì martedì al Nou Camp - la Roma è sulla carta la squadra probabilmente più forte d’Italia e in campionato è a un tiro di schioppo dalla vetta (quarta a -3). Non è il caso di illudersi troppo, dunque, nonostante l’attacco giallorosso senza Salah e Gervinho (i due esterni sono infortunati) susciti decisamente meno paura.

Se non abbiamo idea di come reagirà la Roma al flop in Coppa, non abbiamo invece dubbi sul riscatto dell’Atalanta che pure è da tempo miss discontinuità. I nerazzurri non hanno mai fallito due partite di fila, sia sul piano della determinazione e dello spirito agonistico, sia sul piano del gioco. Se sarà sufficiente a non perdere lo vedremo, perché la differenza di valori tra le due squadre c’è ed è innegabile, ma crediamo che i bergamaschi - sia pure con qualche defezione e un de Roon non al 100% - venderanno cara la pelle.

Tatticamente dovrebbe essere una sfida allo specchio tra i due 4-3-3. Tra i giallorossi il pericolo numero uno, più che Dzeko, che sta stentando per ambientarsi in serie A, è Pjanic, letale in primis sui calci piazzati, per cui l’Atalanta dovrà concedere il minimo sindacale di punizioni dal limite dell’area. Tra i nerazzurri sarebbe dovuto rientrare Pinilla al centro dell’attacco dopo lo stop per squalifica e invece sarà ancora out. Denis è a quota un gol in sette partite e contro il Torino è stato deludente, anche se ha ricevuto una sola palla-gol giocabile in area (e non l’ha trasformata). Ci vorrebbe il Tanque dei bei tempi (o un sorprendente Monachello, se avrà spazio l’Under 21 azzurro) per un’Atalanta che dovrà rispondere presente sulle fasce, in fase difensiva e offensiva, per non perdere la bussola. E tenere a centrocampo, il reparto più temibile dei giallorossi. Dopo i centurioni sfrattati dal Colosseo, i bergamaschi tenteranno il colpaccio: sfrattare la Roma dall’Olimpico.

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