Dal quartiere San Paolo
alla Banca messicana

Determinata, appassionata. Caterina Rho non ci ha pensato due volte quando la Banca del Messico le ha offerto un lavoro. Il primo impiego dopo anni di studio e specializzazioni: «Mi sono laureata nel 2011 alla Bocconi di Milano in Discipline economiche e sociali e il mio dottorato inizia a Ginevra nel 2012 dove sono stata fino al 2017 per specializzarmi in Economia internazionale e Macroeconomia» spiega. Caterina ha 32 anni da poco compiuti ed è nata e cresciuta nel quartiere San Paolo di Bergamo: «Alla fine del dottorato, per gli studenti in Economia esiste un sistema centralizzato per gestire la ricerca di lavoro nel settore accademico a livello internazionale. Obiettivo è raggiungere il mondo delle università e delle istituzioni».

E tre sono solo le conferenze economiche internazionali principali dove gli studenti possono partecipare per incontrare queste realtà: «È qui che si fanno i colloqui di lavoro» spiega ancora Caterina che così, nel gennaio del 2017, vola a Chicago per seguire la conferenza annuale degli economisti americani: «Mi interessava il mondo delle banche centrali e il colloquio proposto dalla Banca del Messico è stata una grande sorpresa e gioia – continua –. Ho fatto l’incontro e poi sono tornata a Ginevra dove a giugno ho finito il dottorato».

L’offerta arriva un mese prima, a maggio, e dopo la tesi ad agosto, Caterina prepara le valigie e parte in ottobre per Città del Messico. «Sono andata a fare quello di cui mi stavo occupando in Svizzera: dati economici da analizzare, lavoro sulle statistiche e le probabilità, al fine di studiare la stabilità finanziaria del Paese – spiega –. Porto avanti progetti di ricerca sul rapporto tra stabilità finanziaria di un Paese e il rischio di fallimento del suo debito pubblico».

Caterina racconta di numeri e percentuali con la semplicità e leggerezza di chi, tra i numeri, ci sguazza serenamente. «È quello che desideravo fare e sono entusiasta di farlo in una città così incredibile: cosmopolita, ricca di fascino e storia, piena di vita». Con un inizio difficoltoso: «Sono arrivata poco dopo il terribile terremoto che ha colpito la città: la casa che avevo cercato dall’Italia era inagibile e sono così partita da zero – racconta –. Dopo una settimana in hotel, sono stata ospitata da una coppia bergamasca che ora è ritornata in Italia e nel frattempo ho trovato un appartamento in una zona centrale, vicino al Parco dell’Alameda e al Teatro de Bellas Artes» spiega. E per la lingua? «Lavoro da sempre in inglese e con lo spagnolo me la cavo bene grazie a un’esperienza di studio fatta in Spagna».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected] .

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