Retrovie al buio

Con tutta probabilità, al taglio del nastro, gli addetti ai lavori avrebbero preferito la presenza di Eva Naulin, Miss Meclemburgo-Pomerania 2016, ma quando l’occasione è importante è giusto che si muova la politica e così la cerimonia è stata presieduta da Angela Merkel.

Occasione importante, abbiamo detto, perché altrimenti non si può definire l’accensione del Wendelstein 7-X, un reattore nucleare di nuova generazione installato nel suo involucro «a forma di ciambella» nei pressi della città di Greifswald.

L’arrivo di un nuovo reattore nucleare potrebbe giustamente mettere in allarme tanti ambientalisti e, comunque, tutti quelli che hanno ancora ben presente i drammi di Three Mile Island (1979), Chernobyl (1986) e Fukushima Dai-ichi (2011). In realtà, l’impianto di Greifswald mira a dotare l’umanità di un generatore di energia elettrica «pulito», o quasi, e comunque senza rischio, in caso di incidente, di emissioni radioattive.

Il Wendelstein 7-X, costruito all’Istituto Max Planck , vorrebbe sfruttare l’energia che si produce facendo cozzare tra loro i nuclei degli atomi di idrogeno: in pratica, la reazione che mantiene “acceso” il sole. Una enorme fonte, potenziale, di energia con emissioni ridotte.

Il problema è che, fino a oggi, nessuno è riuscito a far funzionare il sistema immettendo meno energia di quella infine prodotta. Nonostante ciò, nel mondo, l’interesse per questa tecnica è crescente e tanti governi, enti e aziende vi investono perché ritengono possa essere la «pietra filosofale»: energia pulita a costo relativamente basso. Un traguardo capace di rivoluzionare il mondo.

Tutto questo per dire che mentre la Merkel non ha fatto mancare la sua presenza a Greifswald, l’Italia, su questo terreno, non si capisce bene cosa stia facendo. Forse si è occupata del catering, forse ha fornito qualche cervello in fuga. Di sicuro sta preparando il terreno per assestarsi, ancora una volta, nelle retrovie.

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