Bracconaggio nelle Valli scattano le denunce

La stagione di caccia è ufficialmente terminata il 31 gennaio scorso, ma c’è chi imbraccia ancora il fucile, senza preoccuparsi delle pesanti sanzioni penali e amministrative, previste dalla legge. Grazie anche alla collaborazione di alcuni cacciatori, nei giorni scorsi, il personale del nucleo ittico-venatorio della Polizia Provinciale ha portato a termine tre importanti operazioni che hanno consentito di identificare e denunciare i responsabili di episodi di bracconaggio.

In alta valle Seriana tre cacciatori sono stati sorpresi ad esercitare la caccia di notte, con terreno coperto di neve, nascosti in altane sugli alberi e nei capanni; i cacciatori sono stati sorpresi dalla Polizia Provinciale prima che abbattessero animali.

In valle Brembana tre persone, di cui due cacciatori, sono state denunciate per aver esercitato la caccia al camoscio in periodo di divieto generale con uso di mezzi vietati. In particolare era utilizzata una carabina alterata in quanto priva del calcio, con canna munita di silenziatore, arma facilmente occultabile e infatti rinvenuta dagli agenti sotto la giacca. L’arma, alterata illegalmente, è stata sequestrata. Le persone sono state sorprese mentre erano appostati nei pressi di un gruppo camosci, sventando così il tentativo di bracconaggio.

In valle Cavallina è stato sorprese un bracconiere che si era attrezzato a catturare cinghiali, con uso di vari lacci metallici posizionati lungo i passaggi frequentati dagli animali, in una zona dove la caccia al cinghiale con i mezzi legali è consentita fino al mese di dicembre. La cattura tramite lacci è una pratica che comporta particolare sofferenza all’animale che rimane bloccato per il capo, morendo per sfinimento o per intervento diretto del bracconiere.

(02/03/2004)

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