Divieti allo scialpinismo, protesta al chiaro di luna

Simone Moro ed Emilio Previtali hanno guidato una cinquantina di appassionati sulle piste di Foppolo

Hanno risalito le piste di Foppolo al chiaro di luna, armati solo di una torcia e delle inseparabili pelli di foca, per dire no alla nuova legge sullo sci che impone troppi vincoli agli appassionati di scialpinismo. Erano una cinquantina ieri notte gli sportivi di tutta la valle che hanno aderito all’iniziativa promossa da Emilio Previtali, direttore della rivista nazionale «Free.rider», bergamasco, 36 anni, snowboarder da 17 e professionista dal ’94. Accanto a lui in prima fila un altro bergamasco doc, Simone Moro, alpinista di 36 anni, professionista da oltre dieci anni, per ben due volte in vetta all’Everest.


Per una notte sono ritornati provocatoriamente padroni delle piste da sci dopo il giro di vite e di multe che da gennaio sono fioccate per gli sciatori indisciplinati. Andata e ritorno in notturna fuorilegge per rivendicare la libertà di vivere la montagna stroncata, secondo i partecipanti, dalla legge entrata in vigore. Sono scivolati sulla neve bianchissima nella notte e poi si sono ritrovati in un bar per bere qualcosa e riflettere sul da farsi.

«È stata una manifestazione apolitica e apartitica», spiega Emilio Previtali, che con la sua tavola ha solcato le nevi di ogni continente, spesso anche sopra gli ottomila, ed è finora l’unico italiano invitato a partecipare al «King of the hill» in Alaska e al «Freeride X-treme contest» di Verbier. «Ci teniamo a sottolinearlo – ha aggiunto –. È un raduno tra gli appassionati della montagna e dello sci in tutte le sue forme, dallo scialpinismo, allo snowboard, allo sci da discesa classico. Un modo per manifestare pacificamente il malcontento generale degli sciatori sulle nuove regole sulla sicurezza sulle piste da sci. C’è poca organicità tra la legge e la situazione attuale per cui si creano delle condizioni paradossali. Per esempio diventa molto difficoltoso praticare lo sci alpinismo perché non si può risalire lungo le piste e per una serie di leggi straordinarie emesse da alcuni Comuni è anche vietato fare fuoripista. La tradizione di questa disciplina viene seriamente messa in discussione. Un altro parodosso è rappresentato dalle limitazioni che il gestore della pista può porre agli amanti dello snowboard. La distinzione potrebbe essere posta per esempio sul livello tecnico creando delle zone distinte per i principianti ma non sul tipo di mezzo, sci, tavola o altro che può avere libero accesso alle discese».

È sceso in pista anche un amante della montagna come Simone Moro che, dice, per natura rifugge manifestazioni e girotondi ma che in questo caso ha deciso di aderire all’iniziativa promossa da Emilio Previtali proprio per amore della montagna e degli sport sulla neve. «Per assurdo un vecchietto che ama camminare in montagna e che deve raggiungere la sua baita non può percorrere un sentiero innevato per ragioni di sicurezza – spiega il campione bergamasco, per sei volte in vetta a un ottomila e protagonista di alcune spedizioni inedite anche in terra bergamasca come la traversata delle Orobie in cresta assieme a Mario Curnis nel 2000 –. Questa legge ha ammazzato le attività invernali in montagna. Si insiste tanto sulla possibilità di avvicinare i giovani agli sport e alla natura e poi ci si deve misurare con leggi così repressive che nulla hanno a che vedere con il buon senso e l’educazione che anche sugli sci non devono mancare. Una ferita anche per il mercato del lavoro legato alla montagna. Per chi fa scialpinismo per esempio le piste sono vietatissime di giorno e di notte, non si può risalire con gli sci una pista battuta e allo stesso tempo non si può fare fuori pista per delle leggi straordinarie poste in alcuni comuni».

Nessuno insomma mette in dubbio le regole della buona educazione in montagna oppure il buon senso sugli sci, ma allo stesso tempo queste leggi rischiano di soffocare la passione per la neve. Intanto fiocca un altro no «illustre» alla legge delle polemiche. «Un altro grande amante della montagna, Reinhold Messner, oggi europarlamentare dei Verdi - conclude Simone Moro -, è stato contattato dal Cai, per farsi portatore della revisione della legge a Roma e in Europarlamento».

(4/3/2004)

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