Omicidio Losa, l’autopsia rivela il decesso prima del rogo

Diego Losa, il 48enne di Ambivere trovato carbonizzato nel bagagliaio della sua Mercedes il 29 gennaio scorso a Pontida, è morto prima del rogo. Ad affermarlo con assoluta certezza sono gli esiti dell’esame autoptico, effettuato dal dottor Luca Tajana dell’Istituto di medicina legale di Pavia, sui pochi resti recuperati. Secondo il medico legale, le scarse tracce di ossido di carbonio trovate nel corpo indicherebbero che il quarantottenne è deceduto prima che venisse appiccato l’incendio alla sua automobile. Resta invece fitto il mistero sulle cause della morte, oltre che sulla data e sull’ora: dall’autopsia infatti non sono emersi elementi risolutivi, proprio a causa della devastazione provocata sul corpo dalle fiamme. L’unico dato messo in evidenza resta l’assenza di lesioni dovute a corpi estranei.

La Mercedes di Losa, ridotta ad un ammasso di lamiere, era stata trovata casualmente da un passante il 28 gennaio, nei boschi sopra Pontida, in località Drizzago. Il primo sopralluogo da parte dei carabinieri era stato fatto il giorno successivo e, nascosto nel bagagliaio, era stato trovato il corpo. Il proprietario della Mercedes era stato subito individuato in Diego Losa, in quel momento irreperibile.

Fin dalle prime battute dell’indagine sono state due le ipotesi principalmente prese in considerazione dagli investigatori, pur senza escludere altre possibilità. In primo luogo un omicidio preterintenzionale con successivo tentativo di occultamento e distruzione del cadavere: forse un diverbio o un litigio, sfociato, senza che ve ne fosse l’intenzione, in omicidio. Un’altra ipotesi è quella di un regolamento di conti: Losa in effetti aveva avuto, qualche anno fa, alcuni problemi con la giustizia. Di fatto per ora non sarebbero emersi elementi certi per favorire una particolare pista: le indagini stanno nel frattempo continuando.