Sabato a teatro a Ponteranica e Nembro

Teatro d’impegno civile e teatro di poesia. Non potrebbero essere più diverse le proposte delle due rassegne di «Altri percorsi» attive nel fine settimana in provincia, quella dell’Auditorium di Ponteranica e quella del Teatro S. Filippo Neri di Nembro. Ma è proprio questo il bello di un’offerta che, nell’arco degli ultimi dieci anni, si è moltiplicata sul territorio: oggi gli spettatori possono scegliere. E possono farlo confrontandosi con testi e spettacoli contemporanei, impegnati a misurarsi con il nostro tempo. Una volta, neanche troppi anni fa, era un privilegio solo delle città più importanti.

Se si soppesano la fama e il percorso artistico dei gruppi impegnati sabato 8 novembre, la precedenza va accordata a Dante - Inferno della Compagnia Lombardi-Tiezzi, in scena al S. Filippo Neri (ore 20.45, ingresso euro 15/12, tel. 035-470020). Nello spettacolo, accanto a Sandro Lombardi, c’è David Riondino. La regia è di Federico Tiezzi. Il gruppo torna a confrontarsi con la Divina commedia, il testo-chiave della cultura italiana, uno dei pilastri della cultura occidentale. All’avventura partecipa Riondino, teatrante agli esordi, poi musicista e cabarettista. In un certo senso, è un doppio ritorno a casa. Doppio se non triplo: a Dante gli allora Magazzini dedicarono diversi anni fa tre spettacoli, uno per cantica, in uno dei cicli più importanti della storia recente della nostra scena, che coinvolse poeti come Eduardo Sanguineti e Mario Luzi. Qui la struttura è più semplice: una galleria di alcuni degli episodi più densi e drammatici dell’Inferno.

La minore esperienza e notorietà non deve far sottovalutare, tuttavia, i gruppi che l’Auditorium di Ponteranica presenta, in una sola serata, sabato (ore 21, euro 9, www.erbamil.it, 035-573876). Le Scarlattine propone Oltre il muro, con Agnese Bocchi, Giulietta Debernardi, Luca Cusani, Anna Fascendini, Michele Losi e Roberta Vigna. L’idea è nata dall’incontro il fotoreporter di guerra Livio Senigalliesi e dall’esperienza diretta a Pristina, in Kosovo. È un’accorata riflessione-denuncia sulla violenza. Gente come uno di Alma Rosè, con Manuel Ferreira e la regia di Elena Lolli, affonda la proprie radici, invece, nella tragedia di un singolo popolo: la tragedia argentina, dai desaparecidos alla crisi degli ultimi anni. Alma Rosè vinse qualche anno il Premio Scenario: è uno dei gruppi più vivi e interessanti fra quelli emergenti. Quest’estate ha vinto il Premio della giuria al Bassano Opera Festival. Da vedere.

(07/11/03)

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