Ciampi a spasso in Piazza Vecchia e l’incontro con i commercianti

Ciampi a spasso in Piazza Vecchia e l’incontro con i commercianti«Scusi, presidente, vuole un panino appena sfornato?». Carlo Azeglio Ciampi non ci pensa due volte: in barba al rigido protocollo ufficiale (ovvero: guai alle tappe fuori programma) ferma gli uomini della scorta, prende a braccetto la moglie Franca ed entra nel panettiere «Il fornaio» di Città Alta.

«Complimenti», dice il presidente ai proprietari del negozio, una giovane coppia di commercianti che gli stringono la mano e gli mostrano dove stanno il pane fresco, gli gnocchetti, le focacce, il pane greco, la pizza al trancio. «Vuole gradire qualcosa, presidente?».

Carlo Azeglio Ciampi risponde che forse è meglio di no: fuori pasto, a quest’ora del pomeriggio, meglio non esagerare. Poi esce e si incammina tra due ali di folla, a stento tenuta a bada dalle guardie del corpo, verso Piazza Vecchia dove lo attende la macchina presidenziale, per un’altra tappa della sua visita bergamasca.

Insomma, Carlo Azeglio Ciampi doveva recarsi in Città Alta per due appuntamenti «istituzionali»: l’inaugurazione della nuova sede restaurata del Museo Storico, alla Rocca, e la visita alla mostra del «Kilometro rosso» al Teatro Sociale. Invece, il presidente, Città Alta se l’è voluta godere per davvero, e nel più classico dei modi: con due passi sulla Corsarola.

A dir poco sbigottiti i panettieri onorati dall’imprevista visita presidenziale: «È passato proprio davanti al nostro negozio e lo ha guardato – ha detto il titolare, Stefano Consonni – ma non avrei mai pensato che sarebbe entrato, anche solo per dare un’occhiata più da vicino».

La moglie, Simona Pesenti, è ancor più felice: «Abbiamo aperto da poco il negozio – dice – e certo non ci aspettavamo di ricevere il presidente della Repubblica. Lui ha fatto fermare le guardie del corpo, è entrato, ci ha stretto la mano e ci ha fatto i complimenti. Noi gli abbiamo mostrato il nostro bancone e gli abbiamo chiesto se gradiva qualcosa, un panino, una merenda. Ci ha risposto che forse era meglio di no, fuori pasto, e ci ha salutato di nuovo, prima di uscire. Un’emozione indescrivibile».

Con la coppia di giovani fornai, in negozio, c’era anche Giuseppe Carrara, da decenni tappezziere sulla Corsarola. Ciampi ha salutato anche lui: «Mi ha detto – spiega l’artigiano – che Città Alta è molto bella: peccato doverci restare così poco, ha aggiunto, solo per una breve visita».

Altri commercianti di Città Alta, al passaggio di Ciampi, salutano sulla soglia del negozio. Su molte vetrine campeggiano bandiere tricolori e la via è completamente intasata di persone che vogliono stringere la mano al presidente. Lui sorride e saluta fino a raggiungere a piedi Piazza Vecchia, dove si è soffermato ammirando le bellezze architettoniche.

Poco prima era stato accolto da decine di persone festanti: sui gradini della biblioteca Angelo Maj, in piedi, alcuni studenti dell’Università di Città Alta gli hanno dedicato un lungo applauso. Ciampi era arrivato lì dopo l’inaugurazione del Museo Storico dove, con lo stesso stile amichevole, aveva voluto stare a stretto contatto con la gente.

Dalla balconata del giardino della Rocca, per esempio, ha mimato i gesti di un direttore d’orchestra verso un gruppo di bambini che, dal basso, avevano iniziato a intonargli l’inno nazionale: erano gli alunni della Iª B delle medie «Calasanzio» di Milano, in gita di piacere in Città Alta.

Il presidente si è avvicinato a loro e ha stretto la mano a tutti, per primo ad Alessio Dedei, 12 anni, costretto sulla sedia a rotelle. «Benvenuto, sono tanto contento di conoscerla. Lei – gli ha detto il ragazzino – è il nostro presidente».

(08/05/2003)

Vittorio Attanà

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