Fiera, entro l’anno altri 2.500 posti

Per una grande opera ci vuole un grande parcheggio. Basterebbe anche un sistema di interscambio tra mezzo privato e mezzo pubblico oppure un trasporto alternativo all’automobile adeguatamente valorizzato. Ma a Bergamo la campana è un po’ stonata. La filosofia sembra essere: «Prima l’infrastruttura. Alla viabilità, e alle ripercussioni sui quartieri, ci si pensa poi». Almeno stando ad alcune proporzioni, interpretabili anche da chi in matematica non è proprio ferrato.

Primo caso: il nuovo polo fieristico di via Lunga. Ventitremila persone domenica hanno visitato l’ultima giornata dell’esposizione «Edil 2004». Quattromila i posti auto: 2.000 quelli a pagamento (2 euro) del parcheggio della Fiera e 2.000 quelli messi a disposizione dal vicino Aeroclub di Orio. Insufficienti. Risultato: si è ripetuto il copione già sperimentato per la Campionaria di fine ottobre, con la circolazione in tilt, la sosta selvaggia e le code ad intasare via Lunga e le strade del quartiere di Boccaleone. Secondo esempio: il Palatenda, che tra poco (se i problemi inerenti all’acustica si risolveranno) alzerà il sipario. E i quartieri di viale Venezia e di Celadina «tremano». Millecinquecento gli spettatori che potranno godersi concerti ed esibizioni. Solo 133 i posti nel parcheggio di via Monte Presolana. Altri 200 dovrebbero essere recuperati in via Gleno, ma la loro collocazione non è poi così chiara. Per la Fiera si sta correndo ai ripari. Un anno per realizzare altri 2.500 posti auto. In tempo per la fiera edile dell’anno prossimo. È la proposta che l’amministratore delegato dell’ente «Bergamo Fiera nuova», Riccardo Ferrari, ha presentato ieri all’assessore alla Viabilità Enrico Piccinelli in un incontro a Palafrizzoni. «Premettendo che nessuno si sarebbe mai aspettato un successo del genere della fiera edile – spiega Riccardo Ferrari – l’intenzione è ricavare 1.200 posti su un’area già di proprietà della Fiera, ma ancora libera, e altri 1.300 acquistando i terreni di via Lunga. I tempi e i numeri sono ancora indicativi, ma l’intervento dev’essere portato a termine al più presto. Perché anche se si tratta di episodi circoscritti a tre domeniche al mese, capiamo i disagi di chi vive nella zona. In occasione dei prossimi eventi cercheremo di sensibilizzare all’uso dei mezzi pubblici. La linea 1 dell’Atb arriva fuori dalla fiera, ma i bus sono sempre vuoti». «L’aumento dei parcheggi – aggiunge Enrico Piccinelli – è una priorità ed è una condizione fondamentale affinché il Comune possa sottoscrivere un accordo di programma per realizzare gli interventi viabilistici atti a migliorare anche l’accesso alla Fiera». Anche se la soluzione non è proprio dietro l’angolo, in Fiera prossimamente si potrà arrivare non solo con auto e pullman, ma anche con il tram. Dal centrodestra infatti viene l’idea di un ramo del trasporto su ferro che dalla stazione di piazzale Marconi punti verso via Lunga, utilizzando il parcheggio della Fiera (quando non ci sono manifestazioni) come area d’assestamento per le auto dirette in centro. Una sorta di Cascina Gobba della Bergamasca.

I cittadini di Boccaleone e Campagnola hanno già sperimentato sulla loro pelle i disagi del traffico e dei parcheggi insufficienti e ne parleranno nell’assemblea di giovedì. Ma altri residenti temono per il futuro. Sono quelli di Celadina. «Il problema dei parcheggi limitati – Spiega Marco Cialdella, consigliere della 6ª Circoscrizione ed esponente del comitato di quartiere – esiste anche per il Palatenda ed è uno dei motivi che aveva spinto la circoscrizione ad esprimere parere negativo sul progetto. Temiamo che le auto si riversino in zone pericolose, come la Circonvallazione e via delle Valli, oppure in zone residenziali, già carenti di spazi di sosta, come viale Venezia». Per la presidente della 6ª circoscrizione, Degna Milesi, quello dei parcheggi è solo un aspetto particolare di una questione più generale: «L’errore è stato inserire il Palatenda e la nuova fiera in quartieri già congestionati dal traffico, come Boccaleone, Campagnola e Celadina, che saranno ulteriormente penalizzati dai grossi insediamenti residenziali che stanno sorgendo nella zona. Le grandi opere dovevano essere pensate con lungimiranza rivedendo il sistema della viabilità in un’ottica sovracomunale».

(09/03/2004)

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