Le verità del Comitato pendolari
sul contratto di servizio dei treni

«Dietro alle dichiarazioni di facciata e mirabolanti dei comunicati di Regione Lombardia e Trenitalia su un contratto di servizio siglato a porte chiuse e senza che i pendolari siano stati consultati in merito agli standard minimi di riferimento della qualità del servizio, vi
sono molte verità sottaciute»: inizia così il comunicato stampa diffuso dal Comitato di coordinamento dei Comitati pendolari della Lombardia in risposte all'accordo annunciato martedì da Regione Lombardia e da Trenitalia.

«Ecco - prosegue il documento - ciò che non viene detto nei comunicati ufficiali:

- che i servizi non sono stati messi a gara, ma assegnati al monopolista, contraddicendo anni di “politica” a parole favorevole alla libera imprenditorialità e al mercato e smentita nei fatti;

- che la nuova società regionale di servizi ferroviari TLN unisce, ma tiene “separati in casa”, i due attori principali, che pertanto continueranno ad essere gestiti con le modalità ed i risultati che conosciamo;

- che l’entrata in scena di TLN contribuirà ulteriormente alla confusione dei ruoli, rendendo ancora più complessa, se non impossibile, l’individuazione delle responsabilità dei disservizi, mentre non interviene in alcun modo sulla gestione dell’infrastruttura, che rimarrà comunque al riparo da ogni possibilità di controllo;

- che l’introduzione dei nuovi servizi comporterà per il personale e il materiale rotabile un ulteriore stress per la mancanza di risorse tecniche, in presenza di infrastrutture per lo più inadeguate ed impianti anacronistici;

-  che la Regione Lombardia ha ignorato l’impegno preso nel 2006 di revisione, con i pendolari, del sistema delle penali e dei bonus, parte fondamentale del contratto di servizio, ed in particolare di rivederne l’entità, le modalità di misurazione e l’aggiunta di nuovi indicatori;

- che le penali comminate a Trenitalia non potranno superare il 2% del valore del contratto di servizio, tornando ai livelli del 2004 (nel 2007 il massimale era salito al 4%) e quindi delegando alla “buona volontà” dei gestori ogni speranza di miglioramento della qualità dei servizi;

-  che gli standard di riferimento per la puntualità adottati sono stati anch’essi abbassati ai livelli del 2004, segnando anche in questo caso un arretramento rispetto agli ultimi valori in vigore nell’ultimo contratto;

- che tali bassi valori degli standard qualitativi di riferimento si potranno facilmente tradurre, grazie ai meccanismi automatici di adeguamento decisi dalla Giunta regionale, in incrementi tariffari cui non corrispondono effettivi miglioramenti del servizio».

«Mentre i meccanismi di riconoscimento dei bonus rimangono dunque invariati, questi presupposti pongono dunque serie ipoteche sulla reale possibilità di un reale e concreto sviluppo qualitativo, e non solo quantitativo, del servizio ferroviario regionale lombardo, affidando le giuste aspettative dei cittadini lombardi a non meglio precisati, quanto vaghi, “impegni di miglioramento”».

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