Vertova e l'Invernizzi "Ku Klux Klan"
«Quella vignetta non l'ho fatta io»

«La vignetta che ritrae l’assessore Invernizzi vestito da Ku Klux Klan è una vignetta satirica che non ho fatto io, come alcuni giornali hanno paventato, ma che è girata sul network Facebook come tante vignette satiriche su personaggi pubblici». Così Pietro Vertova, consigliere indipendente dei Verdi a Palazzo Frizzoni, spiega quello che è accaduto dopo che ha pubblicato sulla propria bacheca del social network un fotomontaggio che ritrae l’assessore alla Sicurezza del Comune di Bergamo, Cristian Invernizzi, con cappuccio e divisa da Ku Klux Klan, in mezzo a diversi supposti confratelli.

Vertova ha già ammesso di avere forse un attimo esagerato - «politicamente ho fatto una cavolata (eufemismo - ndr)...», ha detto -, ma non si è lasciato scappare l'occasione per sottolineare che «esiste invece una questione politica che riguarda principalmente il sindaco Tentorio».

«Il sindaco - si domanda Vertova - conferma oppure no la fiducia nei confronti dell’assessore alla sicurezza Invernizzi dopo il comportamento da lui tenuto a seguito dei fatti di Venezia? Invernizzi ha dichiarato di non conoscere gli indagati per le aggressioni di Venezia a seguito delle quali due camerieri, uno algerino e uno albanese, hanno subito delle lesioni fisiche».

«Eppure - prosegue Vertova - uno di questi, F.V., ha avuto una lunga militanza nella Lega ed è (è stato) responsabile del “movimento giovanile padano giovani ogliensi”. Invernizzi non poteva non conoscerlo. Inoltre alla notizia dell’indagine della Procura di Venezia, dai siti della Lega è improvvisamente sparito il nome dell’indagato F.V., evidentemente per nascondere la sua militanza leghista»

L'argomento è anche l’oggetto di un’interpellanza presentata dalle minoranze in consiglio. «Speriamo - conclude il consigliere dei Verdi - che Tentorio dia una risposta convincente e non alla “tarallucci e vino”».

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