Bergamo piange Pandini:
grande e generoso imprenditore

Bergamo piange Giovanni Pandini, l'imprenditore fondatore della ditta che porta il suo nome morto lunedì pomeriggio, a 78 anni, per un aggravamento improvviso della malattia per la quale era ricoverato all'Humanitas Gavazzeni. Il rapporto tra l'imprenditore e la sua città è sempre stato improntato sui binari di un affetto reciproco.

Non c'era solo l’attaccamento profondo dell’ingegnere nei confronti della comunità in cui era cresciuto e viveva – testimoniato dalle numerose donazioni e dall’intenso mecenatismo - ma anche una riconoscenza altrettanto sentita da parte dei suoi concittadini.

«È proprio così – afferma il primo cittadino Franco Tentorio – sono proprio convinto che Giovanni Pandini abbia voluto molto bene a Bergamo, all’arte e alla sua famiglia, dedicandosi nel contempo con infinita passione alla sua attività professionale. Si tratta di caratteristiche che rappresentano un motivo di orgoglio e che contraddistinguono i grandi bergamaschi».

«Ciò che colpiva – aggiunge l’ex sindaco Roberto Bruni – era il suo atteggiamento estremamente generoso e disinteressato nei confronti della cosa pubblica. Un atteggiamento che manifestava anche quando non ricopriva cariche ufficiali e che era sicuramente mosso da una grande passione per la città e per le arti».

«Prima di essere eletto – è il commento di Cesare Veneziani – non lo conoscevo personalmente; mi colpì sin dal primo incontro e dalla prima iniziativa che sponsorizzano durante il mio mandato: l’illuminazione di piazza Dante legata alle nascite ai Riuniti. Mi diede la misura dell’uomo, della sua umanità e dell’amore nei confronti della città».

Giovanni Pandini era un signore, nel profondo senso della parola. Non concepiva l’arte come una passione privata, ma la condivideva con gli altri. Perché «era innamorato della sua città e in modo ancor più profondo dell’Accademia Carrara», ricorda la direttrice della Carrara Maria Cristina Rodeschini Galati, che intrattenne con lui una lunga e assidua collaborazione.

Pandini faceva parte da circa trent’anni del consiglio di amministrazione dell’Accademia Carrara e, in rappresentanza della stessa, di quello della Galleria d’arte moderna e contemporanea. «E’ a lui e ad altri nel consiglio d’amministrazione della Carrara che si deve la nascita della Gamec, - spiega la direttrice Rodeschini - ch’egli intendeva come ampliamento e prosecuzione dell’Accademia, dall’arte antica e moderna a quella contemporanea. Grazie a lui il Credito Bergamasco scelse di sostenere la ristrutturazione della sede (dal 1991 al 2003). E Pandini nutriva molta stima per l’architetto Vittorio Gregotti, che progettò la Gamec».

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