Stati generali della Provincia:
hanno aderito 200 Comuni

Sono 200, su un totale di 244, i Comuni che finora hanno aderito agli «Stati generali» che la Provincia di Bergamo ha organizzato per domenica alla Fiera di Bergamo. Lo ha confermato questa mattina, venerdì, il presidente Ettore Pirovano: all'incontro parteciperà anche il rettore dell'Università di Bergamo, Stefano Paleari, e il prefetto di Bergamo, Camillo Andreana.

Gli stati generali sono un segno della rivoluzione in via Tasso: la convocazione di tutti i Comuni ha l'obiettivo di offrire un confronto schietto e di proporre una Provincia più vicina delle amministrazioni locali.

La Provincia presenterà tra l'altro il progetto degli uffici decentrati per la consulenza urbanistica e legale ai Comuni che, è stato confermato, saranno aperti il 1° marzo (gli assessori ci hanno lavorato durate l'estate per individuare zone e immobili utilizzabili). La «mappa» degli sportelli decentrati ne prevede sette (Bergamo città compresa), dislocati dalla pianura alle Valli: a Treviglio, Piazza Brembana, Clusone, Sarnico, Vilminore di Scalve, Sant'Omobono e Calusco d'Adda, in modo da coprire tutta la Bergamasca, con un'apertura quindicinale (eccetto in Valle di Scalve, dove la disponibilità dei professionisti provinciali sarà mensile).

Gli orari e il programma
L'appuntamento in Fiera è dalle 10, ma gli accreditamenti cominceranno alle 8,30, alle 17: l'incontro si terrà nella sala Caravaggi. Il programma della giornata è fitto: dopo il saluto delle autorità, dello stesso Pirovano e del sindaco di Bergamo Franco Tentorio, seguiranno le relazioni tecniche su temi che riguardano l'urbanistica, materie giuridiche e il trasporto disabili delle scuole superiori (un argomento fin qui dalla giurisdizione incerta, che ha spesso contrapposto Regione, Comuni e Provincia sulla competenza e relative risorse), mentre il pomeriggio sarà dedicato agli interventi dei sindaci.

In mezzo anche «un pranzo di lavoro»: nonostante il bilancio al lumicino, nell'invito si precisa che offre la casa (ovvero la Provincia), limitando però la partecipazione «massimo a due persone per ogni Comune».

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