Perse il marito in un incidente
«Mi sento vittima della strada»

«La differenza tra me e mio marito? Io respiro, ma per il resto un anno fa io sono morta con lui». Gabriella Belotti, di Gorlago, lo dice senza lacrime, guardandosi le mani con le due fedi nunziali. È una bella donna di 48 anni, veste raffinato, ma ha gli occhi così spenti...

Si definisce una «vittima delle vittime della strada», come il suo Roberto, morto il 1° dicembre di un anno fa mentre viaggiava sull’autostrada del Brennero nel Mantovano: diretto a Forlì per lavoro, arriva nel territorio di Nogarole Rocca verso le 5,30.

Da un autogrill partono a pochi istanti uno dall’altro due tir; il primo inizia a impegnare la corsia dell’A22, l’altro gli «sguscia» a fianco e striscia direttamente sulla corsia di accelerazione. Roberto Crivellari, 37 anni di Gorlago, arriva con l’Audi Q7, vede il tir, sterza verso destra, non vede l’altro camion e gli si schianta contro. Muore sul colpo.

Si era sposato un anno prima ed era un matrimonio «unico e irripetibile», come lo slogan che insieme a Gabriella aveva scelto per promuovere l’agenzia «Eventusitaly»: organizzavano «nozze perfette per un matrimonio unico e indimenticabile». L’agenzia ora è in liquidazione. Gabriella non ha certo più intenzione di organizzare niente, tantomeno feste di nozze.

«Non puoi organizzare matrimoni quando tutto nella tua vita è andato in pezzi. Io non ho più niente, nè mi interessa più niente. Sopravvivo». La giustizia ha proceduto in questo modo: l’uomo alla guida del tir che ha provocato l’incidente, ha patteggiato 10 mesi di carcere, che non sconterà perché incensurato, e il ritiro della patente per tre mesi.

Gabriella ha la pensione di reversibilità del suo Roberto, e un risarcimento di cui non ha ancora ricevuto nulla. Le interessa, per la verità, poco o niente. «Sono orfana di madre da quando avevo cinque anni, lei è morta per salvarmi». Era il 4 ottobre del ’66: mamma Maddalena Magri stava salutando il papà, Gabriella era sul sellino posteriore della motoretta.

Un’auto piomba sul marciapiede, la mamma la vede arrivare, prende la figlia e la scaraventa a lato. Lei non ce la fa.

Tutto il suo racconto su L'Eco di Bergamo del 1° dicembre

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