Sarnico, due anni a ex postino
Picchiò un vigile e sua moglie

Ritenuto colpevole di tutti gli otto capi di imputazione contestati. E per questo motivo condannato a due anni e cinque mesi. Il fascicolo di D. L., 28 anni, originario di San Giovanni in Fiore (Cosenza), l’ex portalettere di Sarnico accusato di aver picchiato e minacciato ripetutamente un vigile e sua moglie, del resto era una sorta di catalogo di reati: lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata, minacce, ingiurie e violazione di domicilio.

Il giudice Gaetano Buonfrate, martedì 1° dicembre al tribunale di Grumello del Monte, dopo più di un’ora di camera di consiglio, è andato oltre le richieste dell’accusa, che aveva invocato un anno e otto mesi. Non solo, il magistrato ha anche rigettato l’istanza avanzata dalla difesa perché venisse revocato il divieto di dimora a Sarnico, e ha condannato l’ex postino a un risarcimento provvisionale di 24 mila euro per l’agente e la consorte (20 mila per lui, 4 mila per lei) che s’erano costituiti parte civile con l’avvocato Paolo Corallo.

L’episodio scatenante è stata una multa che la polizia locale di Sarnico aveva rifilato all’allora portalettere dopo averlo pescato a guidare l’auto delle Poste senza cintura. Un provvedimento che il postino aveva interpretato come una persecuzione: il giovane era in breve dato in escandescenze aggredendo, secondo l’accusa, i vigili. Il ventottenne era stato arrestato e processato l’indomani per resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice non aveva però convalidato l’arresto e aveva scarcerato il portalettere perché incensurato e giudicato socialmente non pericoloso. Da quel giorno, però, nella testa di D. L. deve essere scattato un desiderio di vendetta sul nemico, che aveva identificato nell’agente S. L. M. (da alcuni mesi a questa parte è stato aggregato all’ufficio del giudice di pace di Grumello del Monte), da renderlo indifferente alle querele che nel frattempo gli piovevano addosso.

Da lì, secondo l’accusa, sarebbe cominciato uno stillicidio di insulti, minacce, aggressioni nei confronti del vigile e della moglie: sono cinque alla fine (sei se si considera l’arresto non convalidato) le denunce collezionate dal calabrese. L’episodio più grave nel gennaio del 2008, quando D. L., stando alle contestazioni, avrebbe seguito in auto S. L. M. e la consorte fin dentro a un cortile privato di via Nastro Azzurro, dove la coppia era diretta per far visita ad alcuni parenti. Non appena era sceso dalla vettura, il vigile era stato aggredito dal postino. S. L. M. era finito a terra riportando la frattura di mignolo e anulare della mano sinistra e lesioni all’occhio (40 giorni di prognosi), il portalettere aveva invece rimediato una querela per lesioni e violazione di domicilio. Pochi giorni prima, a fine dicembre 2007, sempre stando alle accuse, D. L. avrebbe fermato la moglie del vigile nel centro del paese e l’avrebbe schiaffeggiata.

Dopo l’aggressione di gennaio la Procura aveva chiesto e ottenuto la misura cautelare del divieto di dimora a Sarnico. D. L., difeso dall’avvocato Laura Piazzalunga che ieri ha chiesto l’assoluzione, ha sempre respinto le accuse: secondo lui, sarebbe stato il vigile a provocarlo e a perseguitarlo dopo lo smacco subito dal giudice che non aveva convalidato l’arresto del luglio 2007.

Per saperne di più leggi l'Eco in edicola oggi

© RIPRODUZIONE RISERVATA