Palafrizzoni, mancano 2,2 milioni:
crediti mai riscossi da Tributi Italia

Più che un bilancio, il preventivo 2010 di Palafrizzoni assomiglia ad uno scolapasta, aggeggio pieno di buchi per antonomasia. E così, dopo essere tuttora in attesa dei 16 milioni del finanziere bresciano Rino Mario Gambari per la cessione delle quote dell'autostrada Serenissima, rischiare di non vedere manco un euro dei preventivati 6 milioni di dividendi A2A, ora ai conti di Palafrizzoni mancano altri 2 milioni e 200 mila euro, frutto di crediti mai riscossi da Tributi Italia.

Nota bene, la situazione non è dipendente da questa o dalla passata amministrazione, perché il caso è assolutamente nazionale. Solo che, fatti due calcoli, Bergamo è al quarto posto assoluto nella classifica dei crediti da riscuotere tra gli oltre 500 Comuni coinvolti. Nel frattempo (e già con l'amministrazione Bruni) la gestione della riscossione delle imposte sulla pubblica affissione è passata alla Aipa, ma il buco resta, e Bergamo è in ottima compagnia: a livello nazionale la cifra non versata agli enti locali ammonterebbe a 90 milioni, in realtà si teme una voragine di 200. Normale che la società sia stata sospesa dall'albo dei riscossori e la commissione Finanze della Camera l'abbia definita semplicemente «pericolosa». Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, è andato anche oltre, parlando senza mezzi termini di truffa.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 3 novembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA