Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 03 Dicembre 2009
Bergamo è diventata city break
Ecco un profilo del turista low cost
Quanti sono e chi sono i turisti stranieri «low cost» all'aeroporto di Orio al Serio? Da dove provengono e per quale motivo giungono a Bergamo? Dove pernottano e quanto spendono? A queste e altre domande risponde una ricerca Cestit-Università di Bergamo, realizzata da Andrea Macchiavelli e Lara Cinesi, su dati dell'indagine sul turismo internazionale della Banca d'Italia. I risultati della ricerca sono stati presentati al seminario di studi in corso all'Urban Center incentrato su mobilitò, aeroporto, turismo, alla presenza di autorevoli relatori ed esperti.
Fra gli altri intervengono il rettore dell'Università Stefano Paleari, il consigliere delegato Sacbo Renato Ravasio, Luigi Trigona direttore generale Ascom, Guido Venturini direttore generale Confindustria Bergamo e altri.
La ricerca mette in luce anzitutto che a fine 2008 sono stati 6 milioni e 280mila i turisti low cost a Orio (compresi charter), dei quali il 50% in arrivo e di questi l'82% internazionali e il 18% nazionali. Gli stranieri pernottanti in provincia di Bergamo sono stati 268.000 per un totale di 901.000 pernottamenti.
Per quanto riguarda il profilo del turista low cost, si tratta in particolare di persone con meno di 35 anni (oltre il 60%). L'età tende ad abbassarsi: il 31% dei turisti ha un'età compresa fra i 25 e i 34 anni. Per quanto concerne la condizione professionale la ricerca sottolinea una crescita dei passeggeri-studenti.
Circa la provenienza si evidenzia una forte crescita di passeggeri dall'Europa dell'Est: il 56% da Est Europa più Gran Bretagna e Germania. Rispetto al 2004 il solo dato dell'Europa dell'Est è quasi triplicato.
Il motivo del viaggio è legato in buona parte (58%) a una vacanza, insignificante la presenza per lo shopping, mentre altri motivi sono dovuti a lavoro (12,5%) e convegni.
Sviscerando il dato della vacanza, la ricerca mette in luce che la stragrande maggioranza sceglie Bergamo come meta d'arte, la visita è quindi legata ai monumenti e alle bellezze artistiche della città. Un buon 4,3% si dirige sui laghi, il 3,5% sceglie la montagna. Chi atterra a Orio rimane poi in Lombardia, ma una buona percentuale sceglie poi il Veneto.
Lo studio sottolinea inoltre la distribuzione dei turisti atterrati a Orio in Lombardia e qui spicca proprio il dato di Bergamo. La nostra città è in crescita rispetto a tutte le altre.
Un occhio anche ai pernottamenti: il 45,6% sceglie l'albergo, il 28,3% in casa di parenti o amici, il 13,1% nei B&b e negli agriturismi, il 10,4% l'ostello.
La spesa media pro capite dei turisti a Bergamo è di 81,7 euro, gran parte dei quali va nell'alloggio. E' interessante poi notare le differenze fra le varie nazionalità. I britannici spendono più degli altri, sono i meno giovani, si fermano qualche giorno. I tedeschi spendono come gli inglesi e il 40% di loro va a Milano. Gli spagnoli spendono poco più della metà dei britannici, sono giovani e per il 40% studenti. I turisti dell'Est spendono molto poco e solo il 23,6% viene per vacanza.
La ricerca si conclude con una serie di riflessioni. Se da un lato il ruolo dell'aeroporto è fuori discussione, occorre chiedersi se vi sono margini di sviluppo e quale sarà il ruolo dei low cost e degli altri vettori in futuro.
Inoltre Bergamo è diventata una città da city break, la polarizzazione di Milano è meno forte, ma saranno ancora le compagnie aeree a decidere la destinazione?
Infine è certo che vi sono ampi margini per far conoscere la città e soprattuto il territorio, in particolare la montagna, ma occorre mutare strategia: da quella pull (la città che attrae) a strategia push (mandare i turisti sul territorio).
© RIPRODUZIONE RISERVATA