Tutti i nuovi indirizzi
della scuola bergamasca

Logistica e trasporti, energie, agricoltura e allevamento, nuovi licei artistici, classici e linguistici, espansione della formazione professionale nei settori sociali, grafica e meccatronica sono alcune delle novità che gli studenti bergamaschi troveranno dal prossimo anno scolastico.

Logistica e trasporti, energie, agricoltura e allevamento, nuovi licei artistici, classici e linguistici, espansione della formazione professionale nei settori sociali, grafica e meccatronica sono alcune delle novità che gli studenti bergamaschi troveranno dal prossimo anno scolastico.

È pronto infatti il «Piano per la programmazione dell’offerta dei servizi educativi di istruzione e formazione da parte dei Servizi formazione ed istruzione» con il quale, per prepararsi all’avvio della riforma Gelmini, la Provincia ha armonizzato indirizzi e corsi delle scuole superiori. «Un lavoro condiviso – tiene a sottolineare Enrico Zucchi, assessore provinciale all’Istruzione e formazione – che è costato più di un anno di lavoro alla nostra équipe (voglio ringraziare tutti i miei collaboratori, in particolare Delia Rinaldi e Claudio Cecchinelli) con una sessantina di incontri con i dirigenti scolastici, i sindaci, gli enti accreditati, l’Ufficio scolastico, i sindacati scuola, le associazioni dei genitori, le retiscuola. Abbiamo lavorato per Ambiti, usando il confronto a ogni passo a partire dal quadro nazionale fornito dal Ministero con gli schemi di regolamento per la scuola superiore, i percorsi di istruzione e formazione professionale regionale, i dati demografici, economici e sociali della bergamasca. Nulla è stato tolto al sistema scolastico provinciale, nulla è stato imposto ai singoli istituti. Piuttosto,9 si è dialogato a partire dalle proposte degli istituti stessi».

Insomma, c’è tutto quello che c’era prima, e qualcosa in più. Le potature derivano dal confluire delle decine di indirizzi e dal venir meno delle più disparate sperimentazioni previsto dal riordino Gelmini. Piuttosto, si è lavorato per evitare che scuole vicine rischiassero di «rubarsi» gli studenti con proposte inutilmente identiche, per dare agli studenti più opportunità senza dover arrivare per forza in città e per evitare corsi non più in linea con il mercato del lavoro locale. Insomma un restyling che andasse a vantaggio di tutti e senza conseguenze possibili sui posti di lavoro.

«Al 90% l’offerta formativa resta stabile – osserva Zucchi – sia perché il riordino sostanzialmente non tocca licei classici e scientifici, sia perché quel che esiste funziona, sia perché dal punto di vista organizzativo le scuole bergamasche si sono già mosse in passato. Infatti l’attuale rete degli istituti superiori è stata disegnata a partire dal 1998 e la delibera della Giunta provinciale del dicembre 2008 sul Piano provinciale dei servizi educativi di istruzione e formazione si è attenuta ai principi condivisi da allora».

Gli Ambiti hanno tenuto perciò conto della coerenza tra indirizzi scolastici e vocazione economica del territorio; uso delle prerogative dell’autonomia scolastica, se possibile creazione di istituti mono indirizzo o mono ordinamento; creazione delle passerelle intra istituto, economicità di gestione, minimo di 25/27 iscritti per l’attivazione di un nuovo corso; niente doppioni nello stesso ambito territoriale ma anche niente istituti sovradimensionati, riduzione delle scuole plurisede, contenimento dei tempi di percorrenza casa/scuola/casa per gli studenti. «Abbiamo fatto delle simulazioni in base agli orari dei servizi pubblici – dice Zucchi – da Palazzago e Sant’Omobono per esempio si arriva prima a Zogno che a Bergamo, molto dipende dalla dislocazione del singolo istituto. Certo, sarebbe utile ricalibrare con i concessionari l’offerta, tenendo conto delle iscrizioni alle scuole».

Il lavoro di riorganizzazione è stato completato per le competenze della Provincia, ma al Ministero dell’Istruzione restano aperte alcune questioni pesanti per la Bergamasca: non si sa ancora se Erica, la sperimentazione dei vecchi Itc che rinforzava i ragionieri con le lingue straniere sarà ripescata; sono tornati in discussione natura e contenuti dei licei tecnologici, che alcuni vogliono ben caratterizzati nel quadro dell’istruzione tecnologica d’avanguardia e altri ridotti a sbiaditi fratellini dei licei scientifici. Non è chiara neppure la sorte dell’indirizzo economico-sociale del liceo delle scienze umane che va a sostituire lo psicopedagogico. Inoltre lo sfoltimento della giungla dei «sottoindirizzi» tecnici trova liane resistenti, la riarticolazione dell’istruzione artistica (da sempre bifronte, teorica e pratica) pure. C’è anche chi avanza l’ipotesi di spostare di un altro mese le iscrizioni, fino alla fine di marzo e chi a questo punto preferirebbe tirare avanti ancora un anno senza cambiare. Il contesto nazionale, insomma , è ancora in movimento.

Quali le conseguenze per le scuole bergamasche? « La questione del ripescaggio di Erica – spiega l’Assessore – impatta sulle richeste di Istituti tecnici per il turismo, per il nostro territorio toccherebbe Albino, Trescore, Treviglio, Dalmine. Per quanto riguarda il capoluogo, secondo le tabelle di confluenza del Ministero il Belotti passa da 3 a un indirizzo complessivo amministrazione-finanza-marketing. Se Erica non fosse salvato, al Belotti affideremmo almeno il secondo liceo linguistico della città, più orientato alle lingue europee, dato che il linguistico Falcone ha aperto alle lingue orientali». Il Piano ha anche definito tutto il mondo degli «Ifp» i corsi di Istruzione formazione professionale regionali che permettono l’acquisizione della qualifica al terzo anno di corso, mentre gli Istituti professionali statali diventano solo quinquennali. L’articolazione dei due universi, definita per la Lombardia dall’accordo Gelmini-Formigoni, dovrebbe permettere da un lato il contenimento della dispersione scolastica (perché i corsi Ifp hanno comunque taglio più pratico dei pur non filosofici Istituti professionali) e dall’altro permettere la riorganizzazione di filiere tra scuole dello stesso settore o di passerelle interne allo stesso istituto.

Praticamente tutti gli Istituti professionali infatti si sono dotati anche della «variante» Ifp entro il proprio raggio di competenze, mentre molti It (gli istituti tecnici riassumono l’universo dei periti e dei ragionieri) si sono dotati di Istituto professionale (come l’Agrario o il Natta) per completare il ventaglio di possibilità. «Alcune proposte innovative degli istituti – spiega l’assessore Zucchi – come le filiere sull’energia o sul mondo dell’agroalimentare ci sono parse in linea con il rilancio del territorio, mentre in altri casi, come a Lovere, è stato il territorio stesso a rilanciarsi attraverso i sindaci, chiedendo un’offerta formativa più diversificata. Naturalmente c’è ancora tempo per affinare e migliorare il lavoro fatto. Prevediamo a gennaio incontri di orientamento per studenti e famiglie, connessi alla nuova edizione dell’"Atlante delle scelte" e la presentazione del piano a interlocutori differenti per competenze, come il mondo della scuola e quello degli amministratori locali. Anche perché nella fase di costruzione del piano, i sindaci di alcuni Ambiti hanno risposto bene, altri sono stati assenti. Infine vorremmo lanciare, un piano di automonitoraggio delle scuole, per capire da dove vengono e dove vanno i loro allievi, sia nei passaggi della carriera scolastica sia nel post-diploma. Il sistema Ifp prevede per legge regionale il follow up dopo sei mesi dei ragazzi usciti dai corsi. Sarebbe buona cosa partire anche con il sistema di istruzione. In alcuni istituti, peraltro il monitoraggio funziona già come al Romero di Albino, il Majorana di Seriate, il Turoldo di Zogno, lo Zenale e Butinone di Treviglio, il Maironi da Ponte di Presezzo e il Paleocapa di Bergamo».

Susanna Pesenti

© RIPRODUZIONE RISERVATA