Casa di Ricovero Gleno:
lettera di protesta dei lavoratori

«Con l’accordo sindacale del giugno 2008 CISL, CGIL e la Fondazione S. M. Ausiliatrice hanno concordato l’esubero di 15 lavoratori a decorrere dal 1 gennaio 2010. Il testo dell’accordo prevedeva, oltre la cessione del salario accessorio di tutti i dipendenti per contribuire al risanamento del debito della Casa di Ricovero, anche l’attivazione di un tavolo di confronto con le istituzioni, al fine di trovare tutte le soluzioni possibili per la ricollocazione dei dipendenti sul territorio. Questo obiettivo non è stato raggiunto».

E' quanto sostiene in una lettera «un gruppo di lavoratori “presunti esuberi”» - così è firmata la missiva - in merito alle vicende legale al Gleno.
«I lavoratori - prosegue la lettera - sono stati solamente invitati a prendere contatto con il Centro per l’impiego della Provincia per seguire l’iter previsto dalle normative. In queste ultime settimane, con le procedure di licenziamento aperte ufficialmente da parte della Fondazione, apprendiamo dalla stampa, posizioni, proposte e appelli da parte dalle stesse Organizzazioni Sindacali firmatarie dell’accordo del 2008, intese ad ottenere interventi esterni per la ricollocazione. Contemporaneamente nelle trattative interne in corso, gli stessi sindacati spingono per firmare il più presto possibile un accordo sulla cassa integrazione in deroga».

I lavoratori contestano quindi la Fondazione, accusata di «sbarazzarsi dei suoi dipendenti». «Si tratta di una Fondazione per di più Onlus che ospita e cura centinaia di pazienti ed a quanto ci riferiscono i media, ha risanato il bilancio dal deficit causato dalle precedenti amministrazioni - aggiungono i firmatari -. I pazienti non mancano mai e quindi non si comprende il perché di questa manovra. Certamente, in un momento in cui la disoccupazione è la normalità, è facile far passare questa operazione per una necessità ed è facile che la gente non se ne accorga neppure. Non si tratta di una fabbrica o di un’industria: si parla di una Casa di Riposo i cui lavoratori hanno da sempre operato con abnegazione e professionalità. I lavoratori, direttamente coinvolti dai licenziamenti, temono un’ulteriore beffa nei loro confronti, perché la cassa integrazione in deroga se non finalizzata al rientro in servizio, porta direttamente ai licenziamenti».

Da ultimo i lacvoratori chiedono «alla RSU e alle Organizzazioni Sindacali di non firmare accordi che non prevedano la ricollocazione certa, interna od esterna per tutti i lavoratori in esubero, al termine della cassa in deroga, e di non firmare altre intese che contengano la parola licenziamento o esubero di lavoratori. Soprattutto chiediamo che l’ultima parola spetti ai lavoratori, perché non avvenga ciò che è successo con l’accordo del 2008 nel quale i lavoratori non hanno avuto voce in capitolo».

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