Astino, dai restauri esce un tesoro
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«Questo è un libro scolpito nella pietra». Friedel Elzi non ha dubbi, Astino continua a sorprendere. Dopo mesi di lavoro l’antico monastero è quasi tutto in sicurezza: «Diciamo che manca un 30 per cento di tetto, ma abbiamo fatto molto». Ma molto c’è ancora da fare, e il vicepresidente della Fondazione Mia, nonché presidente della controllata società Val d’Astino, non lo nasconde. «La prima cosa da fare è un restauro di tipo conservativo, poi decideremo cosa fare e come farlo». E la strategia seguita è allo stesso tempo semplice e complicata: «Non dobbiamo modificare nulla». Il che vuol dire un’attenzione al particolare quasi maniacale.

Elzi indica dei coppi e spiega che «li stiamo facendo invecchiare per non rovinare l’effetto». Oppure «l’acciaio brunito a fuoco lento per i supporti che reggono le gronde». La verità «è che questo posto è una sorpresa unica sotto tutti i punti di vista: sistemandolo si scoprono tecniche di lavorazione dei materiali di altissimo livello, quasi impensabili. E sotto, dietro un muro, potrebbero esserci delle tombe», annuncia. Una sorpresa dopo l’altra, scavando nella storia e mettendo pezza su pezza all’incedere inclemente del tempo e alle trasformazioni spesso selvagge degli ultimi secoli, dalla dominazione napoleonica in poi.

«Ci sono molte cose di Astino in giro per la Bergamasca, mi piacerebbe che tornassero qui». Molte però sono andate perdute: «Quelle sono tele» commenta sconsolato, indicando qualcosa che da lontano sembrerebbe un logoro sacco di iuta. Qualcosa è perso per sempre, altro si può salvare: «Diverse tele finiranno a Brera per essere restaurate». Ma sul transetto sinistro della chiesa del Santo Sepolcro c’è un affresco che potrebbe diventare simbolo delle traversie di Astino, con quella crepa che lo spacca letteralmente, come a ferirlo. Queste sono pietre che parlano, quasi a raccontare il loro dolore: come l’arenaria delle colonne del chiostro, bellissima e delicatissima, anche nel lasciarsi degradare. Non si sgretola, si sfoglia. «Ma sistemeremo tutto, e a primavera a lavori di consolidamento terminati vorremmo riaprire Astino alla gente anche solo per poco, perché torni e la riveda». Guarda il video del cantiere

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