Tre anni di reclusione per eccesso colposo di legittima difesa: questa la richiesta di condanna che martedì mattina ha avanzato il pubblico ministero Maria Esposito nei confronti di un imprenditore di Arzago d’Adda che, la notte tra il 5 e il 6 settembre 2006, esplose un colpo di fucile che uccise Helvis Hoxa, il giovane albanese che in quel momento stava uscendo dal cortile dell’abitazione dell’imprenditore dopo avergli rubato il Suv Mercedes Ml. Ora la parola passerà ai difensori: per le arringhe bisognerà attendere il 12 febbraio, giorno tra l’altro in cui salvo imprevisti è in programma anche la camera di consiglio del giudice dell’udienza preliminare Bianca Maria Bianchi per la sentenza con rito abbreviato.
Lo scoglio più grosso comunque per il difensore dell’imputato, avvocato Enrico Mastropietro, sembra essere stato superato dagli ultimi accertamenti balistici, illustrati all’udienza precedente, e dal cambio di imputazione fatto dal pubblico ministero: a cadere infatti era stata proprio la pesantissima accusa originaria, di omicidio volontario. Quando avvenne il fatto era da poco entrata in vigore la normativa sulla legittima difesa: quella che, in sostanza, sancisce che non possa essere condannato chi, in difesa del proprio domicilio privato, usi un’arma per difendersi da malintenzionati, anche per salvaguardare beni materiali.
In effetti l'imprenditore aveva sorpreso dei ladri mentre, dopo essere entrati nella sua proprietà, gli stavano rubando l’auto: addirittura, svegliato in piena notte dai rumori, aveva sorpreso uno dei ladri in corridoio. Impugnato il fucile da caccia calibro 12, l’imprenditore aveva sparato verso l’auto che si trovava nel cortile di casa e che i malviventi stavano usando per fuggire. Per l’accusa originaria avrebbe sparato per uccidere, ed era stato quindi indagato per omicidio volontario: invece le perizie, ultima quella disposta dallo stesso gup e discussa alla precedente udienza, hanno in sostanza confermato la tesi difensiva, e cioè che l'imprenditore avrebbe sparato senza mirare.
Secondo gli esperti addirittura avrebbe sparato con l’arma imbracciata, con l’intenzione di danneggiare il veicolo per impedire la fuga dei ladri. Invece il colpo di fucile aveva raggiunto Helvis Hoxa, ferendolo mortalmente, e i complici lo avevano abbandonato a Trucazzano, dileguandosi. Il giovane era poi morto in ospedale per le ferite riportate.
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