L'omelia del vescovo Beschi
«Natale, sorpresa mai finita»

Al centro il Natale come sorpresa mai finita: è il senso dell'omelia tenuta la mattina del 25 dicembre dal vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, nella solenna concelebrazione eucaristica in cattedrale. Ecco i passi più significativi: «Natale è sempre una sorpresa sconvolgente per l'uomo, perché testimonia che Dio non sta in cielo, ma offre il Figlio in dono, consegnandolo nelle mani e alla libertà dell'uomo. Siamo chiamati a testimoniare questo dono che rigenera le nostre coscienze e speranze».

«Il Natale celebra la nascita di Gesù Cristo e riconosce in questo Bimbo, nato dal grembo di Maria, il Figlio di Dio che diviene uomo come noi tranne che nel peccato». «Natale è una grande sorpresa, perché testimonia che Dio non sta un cielo, ma si avvicina all'uomo. È la sorpresa di un Dio che non si manifesta come potenza che sconvolge, ma in un Bimbo che nasce».

«Il Natale è una sorpresa, perché Dio si consegna totalmente nelle mani dell'uomo, donando sé stesso nel Figlio. Questo dono gratuito è forma altissima di amore che precede la sua accoglienza». «Celebrare il Natale non è soltanto la rievocazione di un fatto della storia. Soprattutto significa riproporre un mistero di fede, cioè non una cosa incomprensibile, ma un fatto inesauribile, cioè la scoperta mai finita di un Dio che si fa uomo per donarsi nelle mani degli uomini. È un fatto sconvolgente: Dio si mette nelle nostre mani».

Prima della benedizione: «Auguro di cuore un sereno e santo Natale, che deve aprire il nostro cuore all'accoglienza del Signore. La benedizione scenda sulle famiglie, sulle persone che stanno attraversando un periodo di prova, sulle parrocchie; sulla comunità del Seminario, a cui rivolgo un grazie particolare; sui nostri giovani, perché ascoltino la chiamata del Signore a servirlo nel ministero del sacerdozio; alla Cappella musicale del Duomo, perché la musica non è un ornamento della celebrazione ma alimento della preghiera».

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